ReportageSicilia è uno spazio aperto di pensieri sulla Sicilia, ma è soprattutto una raccolta di immagini fotografiche del suo passato e del suo presente. Da millenni, l'Isola viene raccontata da viaggiatori, scrittori, saggisti e cronisti, all'inesauribile ricerca delle sue contrastanti anime. All'impossibile fine di questo racconto, come ha scritto Guido Piovene, "si vorrebbe essere venuti quaggiù per vedere solo una delle più belle terre del mondo"
martedì 27 gennaio 2009
lunedì 26 gennaio 2009
FESTIVAL POP PALERMO 1970
Uno dei momenti topici del 'Festival Pop 1970': l'esibizione di Johnny Halliday - la prima del cantante francese in Sicilia - affiancato da due starlettes svedesi
La stella assoluta dell'edizione 1970 del 'Festival Pop': Duke Ellington, all'epoca 71enne e qui premiato da Carlo Loffredo e Mariolina Cannuli con il riconoscimento 'Trinacria d'Oro'
Altra presenza eccezionale alla Favorita, Aretha Franklin. La regina del rythm and blues atterrò a Palermo con notevole ritardo rispetto ai programmi degli organizzatori: il suo concerto - il primo di un tour italiano - attirò quasi 15.000 spettatori
Sopra, il manifesto-locandina del Festival Pop 1970 con il leader dei Led Zeppelin, Jimmy Page. Sotto, il programma delle tre giornate di esibizioni: annunciati alla vigilia, i Rolling Stones non presero parte all'evento siciliano
Sotto, suggestioni hippies durante i tre giorni del Festival. Alla manifestazione della Favorita presero parte anche migliaia di stranieri, in una delle poche occasioni di aggregazione multilingue giovanile mai viste nella Palermo degli anni Settanta
Eventi che oggi sono impressi nella memoria di tanti ultracinquantenni siciliani: le tre edizioni – dal 1970 al 1972 – del ‘Palermo Pop Festival’, manifestazione che fece riflettere sulla Sicilia la ribalta dei grandi concerti all’aperto della hippy generation, da Monterey a Woodstock ed all’isola di Wight.
Quello che si svolse sul prato e sugli spalti del vecchio stadio della Favorita fu uno dei più importanti raduni organizzati in quegli anni in Italia, insieme ai romani ‘Festival Pop di Caracalla’, ‘Villa Pamphili 1972’ e ‘Controcanzonissima’, al ‘Re Nudo Pop Festival’ di Lecco ed al ‘Festival della Musica d’Avanguardia e Nuove Tendenze’ di Viareggio.
Sponsorizzato dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Palermo e realizzato grazie alla produzione artistica da Joe Napoli – italo-americano nato a Brooklyn e morto qualche anno fa in Sicilia – il ‘Palermo Pop Festival’ riunì insieme artisti di generi e caratura molto diversi, in un curioso e disomogeneo equilibrio fra jazz, rock, progressive rock e musica leggera italiana.
Per la sonnolenta ribalta della musica pop siciliana di allora, i concerti della Favorita furono l’occasione per respirare le già appassite fragranze dei fermenti culturali dei grandi raduni musicali statunitensi ed inglesi.
SICILIAREPORTAGE pubblica alcune fotografie tratte dal mensile SICILIA TEMPO del luglio 1970, pochi giorni dopo la chiusura della prima edizione ‘Palermo Pop Festival’, manifestazione che ebbe luogo dal 16 al 19 dello stesso mese.
Nelle cronache dell’evento, a firma di Mauro Conti, si ricordano i 300 artisti che parteciparono a quell’edizione del Festival, e la presenza stimata complessiva di 80.000 spettatori. Alla presenza di otto stazioni radio-televisive ( le tv di Belgio, Olanda, Brasile, Francia, la West Deutsche Rundfunk, l'inglese BBC ela RAI ) mancarono all’appello gli attesi Rolling Stones, certo; il pubblico palermitano – insieme a Bobby Solo, i Ricchi e Poveri, Nino Ferrer ed altri gruppi locali – ebbe però modo di ascoltare autentiche stelle del firmamento musicale di sempre: Duke Ellington, Kenny Clarke, Phil Woods, Tony Scott ed Aretha Franklin. "Distesi sul prato, liberi di muoversi, di ridere, di esprimere la propria rabbia, di protestare o di manifestare il proprio entusiasmo - scriveva il cronista - i giovani hanno certamente maturato anche la lezione proveviente da molti altri Paesi, soprattutto anglo-sassoni, nei quali i festival 'pop' sono appunto una grande occasione di raduno per la gioventù, ed un motivo per sentirsi uniti, felici, accomunati dal denominatore comune della musica". La contaminazione fra generi musicali e musicisti del festival palermitano, in quelle serate estive del 1970, non potè non creare qualche sgradevole contrattempo, così sottolineato dall'autore dell'articolo: "spiacevoli oltremodo gli incidenti occorsi a jazzisti del calibro di Jacques Pelzer o della 'House Band' italiana, che a stento hanno potuto portare a termine i loro numeri, disturbati da una folla distratta e insofferente, che attendeva Little Tony".
Fra i tanti episodi di quella rassegna, rimane impresso quello di cui fu protagonista Arthur Brown, il cantante inglese noto per le sue trasgressioni sul palco: a Palermo l’esibizione si concluse con un burrascoso ma temporaneo arresto per atti osceni in luogo pubblico, malgrado l'artista "si fosse impegnato con gli organizzatori a non eseguire il suo numero, ed invece si è lasciato trascinare dal raptus provocato dal suo allucinante 'show'". Quella del 1970 - giudicata dal 're' dei 'press agents' inglesi Tony Hall come "il più grande festival d'Europa dell'anno" - fu probabilmente la più valida fra le tre edizioni del ‘Palermo Pop Festival’, che già nel 1972 concluse amaramente la sua vita, consegnando alle cronache ed ai ricordi dei palermitani una dura contestazione al gruppo folk inglese Mungo Jerry.