lunedì 3 marzo 2025

SELINUNTE, IL RESTAURO DELLA TESTA LEONINA DI MARMO DI PAROS

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Ernesto Oliva
-ReportageSicilia


Con i suoi 270 ettari di superficie - 110 dei quali urbanizzati - Selinunte è destinata ancora per un lunghissimo periodo a riservare nuove piccole e grandi scoperte ai ricercatori. Una delle ultime risale all'agosto del 2023, quando un gruppo di archeologi tedeschi dell'Università di Bochum riportò alla luce nei pressi dell'antico porto orientale della città fondata da coloni megaresi nel 628 avanti Cristo una testa leonina di marmo - una "sima" - pesante 250 chilogrammi. La scoperta avvenne nell'ultimo giorno programmato di scavi, ad una profondità di poco meno di due metri, in un terreno composto in buona parte da terriccio. La "sima", risalente al IV secolo avanti Cristo, era destinata ad ornare la parte superiore di un tempio o di uno degli edifici monumentali pubblici, costruiti soprattutto nei luoghi sacri. Aveva però anche uno scopo pratico - di tipo idraulico - perché serviva a fare defluire l'acqua piovana verso terra, grazie alla presenza di un beccuccio non presente in questo esemplare. L'eccezionalità della "sima" selinuntina risiede nella qualità del suo materiale marmoreo tendente al grigio, che indagini di laboratorio hanno stabilito provenire con certezza da una cava dell'isola di Paros, nelle Cicladi. La testa leonina viene sottoposta da qualche settimana ad un lavoro di pulitura e restauro nel laboratorio allestito all'interno del Baglio Florio, all'interno del Parco Archeologico. Grazie all'utilizzo del laser e degli ultrasuoni, si stanno rimuovendo le incrostazioni che nel corso dei secoli hanno intaccato la levigatezza della testa leonina, soprattutto della criniera. A Selinunte, già in passato erano stati recuperati frammenti di "sime" in marmo, ma di più piccole dimensioni. 



Un ultimo ritrovamento di alcune parti risale a poche settimane, a suggerire l'ipotesi che altre teste leonine potrebbero trovarsi nel sottosuolo dell'estesa area archeologica. La datazione al IV secolo e la mancata definizione di alcuni particolari della "sima" venuta alla luce nel 2023 fanno ipotizzare che la sua lavorazione venne bruscamente interrotta. 



Forse, accadde all'incirca nel 409 avanti Cristo, quando "i Cartaginesi - ha scritto nel 2005 Dieter Mertens nell'opera "Urbanistica e architettura nella Sicilia greca" ( a cura di Patrizia Minà, Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e Pubblica Istruzione ) - in un contesto politico profondamente mutato, assediano e prendono la città in pochi giorni, la radono al suolo e ne annientano la popolazione..."