martedì 12 novembre 2013

L'OMBRELLAIO DI CARLENTINI


"Il 'paracquaru', che oltre a vendere accomodava un tempo ombrelli, pettini di tartaruga e ventagli, fa risonare nella stagione delle piogge il suo nostalgico grido: 'Cù avi paracqua vicchi, cù avi paracqua rutti...'".

Era il 1962 quando il I volume del libro "Sicilia" edito da Sansoni e dall'Istituto Geografico De Agostini pubblicava la fotografia attribuita ad Armao, accompagnata dalla didascalia riportata da ReportageSicilia.
Negli ultimi anni - fra inverni sempre meno rigidi e piovosi e la diffusione di ombrelli cinesi venduti a pochi euro - la figura dell'ombrellaio è quasi del tutto scomparsa anche in Sicilia.
Allo stesso modo, si sta perdendo memoria anche di alcuni proverbi isolani legati al tema del cattivo tempo e della pioggia.
Lo scrittore e storico Sandro Attanasio ne ricordò alcuni in "Parole di Sicilia", edito da Mursia nel 1977:

"Acqua e ventu supra la casa di lu vecchiu", "acqua e vento sopra la casa del vecchio", uno scongiuro per allontanare il cattivo tempo altrove, verso un anziano che non ha incombenze di lavoro o familiari; "aria russa o piscia o ciuscia", "cielo rosso o piscia pioggia o soffia vento"; "chioviri assuppa viddanu", "pioggia inzuppa contadino", per indicare una pioggia leggera ma fitta, fastidiosa, che bagna completamente gli abiti; "grecu e livanti acqua darreri e acqua davanti", "vento di grecale e di levante acqua di dietro e acqua davanti", ad indicare i venti che anticipano la pioggia; "vogghio chi chiovi ma no chi dilluvi!", "voglio che piova non che diluvi", "voglio la pioggia, non il diluvio", cioè "troppa grazia!"; "bon tempu e malu tempu non dura tuttu tempu", "buon tempo e cattivo tempo non dura per sempre"; "burrasca furiusa prestu passa", "la burrasca violenta non dura molto"

  

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