mercoledì 22 maggio 2024

LE 27 ORE DI VITA DELLA "RADIO DEI POVERI CRISTI"

Le trasmissioni
della "Radio della Nuova Resistenza".
La fotografia è tratta dalla rivista
"Il Mediterraneo" edita dalla
Camera di Commercio di Palermo
nel marzo del 1970


"S.O.S, qui parlano i poveri cristi della Sicilia occidentale attraverso la radio della nuova resistenza. Siciliani, italiani, uomini di tutto il mondo, ascoltate: si sta compiendo un delitto di enorme gravità, assurdo: si lascia spegnere una intera popolazione"

Alle 19.00 del 25 marzo del 1970 con questo accorato appello ebbe inizio la brevissima storia di una delle prime radio che sfidarono il monopolio delle trasmissioni Rai nel settore radiotelevisivo, la cui fine sarebbe stata decretata solo nel luglio del 1974 da due sentenze della Corte Costituzionale. L'iniziativa fu promossa a Partinico dal sociologo Danilo Dolci, con l'intento di denunciare i ritardi dello Stato nell'impiego di 162 miliardi di lire stanziati a favore della ricostruzione del terremoto che nel gennaio del 1968 aveva sconvolto la valle del Belìce. L'emittente - denominata "Radio della Nuova Resistenza", nel ricordo delle radio partigiane clandestine - ebbe come sede il primo piano di palazzo Scalia, che ospitava il "Centro Studi e Iniziative" diretto da Dolci. L'avvio delle trasmissioni seguì una manifestazione promossa quel giorno a Partinico da CGIL, CISL e UIL, dalla Lega Cooperative e dai movimenti studenteschi. 



L'intenzione era quella di irradiare in onde corte, per permettere la ricezione delle trasmissioni all'estero: la programmazione - preregistrata, dalla durata di quattro ore, parte delle quali anche in lingua inglese - propose agli ascoltatori le testimonianze di persone e sindaci dei comuni del Belìce. Non mancarono alcuni interventi di uomini della cultura - fra questi Italo Calvino e l'Abbé Pierre - ed un appello dello stesso sociologo triestino. Ad occuparsi della parte tecnica delle trasmissioni, all'interno di palazzo Scalia, furono Franco Alasia e Pino Lombardo, collaboratori di Dolci. L'attività della "Radio della Nuova Resistenza" andò avanti per circa 27 ore, sino a quando carabinieri e polizia - arrivati in forze a Partinico su ordine del pretore Tessitore e con l'ausilio delle autoscale dei vigili del fuoco - non decisero di bussare al portone del palazzo. Dopo avere atteso l'arrivo di Danilo Dolci per qualche minuto, fu decisa l'irruzione. Alasia cercò di opporsi alla disinstallazione ed al sequestro delle attrezzature: due apparecchi trasmittenti a modulazione di frequenza, uno ad onde corte, tre antenne, due registratori a nastri magnetici, un misuratore di onde radio, un gruppo elettrogeno, 100 litri di benzina. Fra gli oggetti sequestrati finì anche il rasoio elettrico di Lombardo, che insieme ad Alasia e a Dolci venne denunciato per trasmissione clandestina e violazione del codice postale. 



Con le loro rudimentali attrezzature, Lombardo ed Alasia non erano riusciti a trasmettere il grido di aiuto dei "poveri Cristi della Sicilia" oltre le province di Trapani ed Agrigento; lasciarono però un segno nella storia denunce lanciate dalla Sicilia in quegli inizi di anni Settanta sulle omissioni dello Stato negli interventi di sviluppo dell'Isola e del Meridione d'Italia. La loro iniziativa "sovversiva" - raccontata nel 2008 dal saggio di Guido Orlando e Salvo Vitale "La radio dei poveri cristi" ( Navarra Editore Palermo ) - avrebbe indotto in seguito lo stesso Danilo Dolci a farne riferimento nelle raccolte di poesie "Il limone lunare" e "Poema umano".

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