domenica 8 settembre 2024

SUGGESTIONI E STORIE DI CRUDELTA' NELLE GROTTE DI MARETTIMO

La grotta del Cammello,
a Marettimo.
La fotografia venne pubblicata nel 1961
in "Visioni della provincia di Trapani"
( Istituto Geografico De Agostini di Novara )


"Affermano i nativi che a un forestiero basti visitare la grotta del Presepe e quella ancora più vasta della Bombarda per capire la bellezza della loro isola"

Così Flavio Colutta in un suo reportage sulle isole Egadi pubblicato nel febbraio dalla rivista del Touring Club Italiano "Le Vie d'Italia" nel febbraio del 1955 fece riferimento all'attrattiva delle grotte marine che punteggiano la costa di MarettimoDue anni prima, un'altra pubblicazione del Touring Club Italiano - la Guida Rossa intitolata "Sicilia" - consigliava il giro in barca dell'isola e la visita di alcune di queste cavità carsiche:

"Risalendo verso Nord lungo la costa, si passa presso lo scoglio del Cammello e la grotta omonima... Girando verso Sud si visita la bellissima grotta del Presepe, entrandovi in barca, con rocce e concrezioni stalagmitiche molto interessanti. Più a Sud ancora la grotta della Bombarda, ancor più vasta e con acque più profonde..."

La più affascinante fra tutte le grotte di Marettimo - ma anche quella che richiede un'adeguata e collaudata esperienza subacquea - è la "Cattedrale", nei pressi di punta Martino: si trova ad una profondità di 27 metri e si sviluppa per un centinaio di metri. Il suo nome - si legge nel volume "Isole Egadi - Aria Marina Protetta" edito nel 2014 dal Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare dell'Università degli Studi di Palermo - si deve alla presenza "di numerosi speleotemi, che includono le stalattiti sulla volta o le stalagmiti sul pavimento spesso unite fra loro a formare una sorta di colonnato che sembra sorreggerne la volta..." 



In un opuscolo intitolato "Una perla in fondo al mare, sintesi storica-politica-sociale dell'isola di Marettimo" - libretto pubblicato nel 1928 da Pietrino Eduardo Duran, si legge invece dell'uccisione di una foca monaca avvenuta il primo luglio del 1901 all'interno della grotta del Cammello. La soppressione del mammifero - animale che una ventina di anni fa ha fatto ritorno a Marettimo, frequentando la stessa grotta - fu una impietosa esecuzione messa a segno con fucili da caccia. Sembra che la sfortunata foca monaca, dal peso di tre quintali e mezzo, sia stata in seguito trascinata da una barca con una fune sino al porto. Gli autori della sciagurata impresa ne conciarono la pelle, poi utilizzata per rivestire "un salottino"; la carcassa del povero mammifero - a lungo ritenuto estinto nelle Egadi grazie a questo tipo di trattamento riservatogli in passato dagli uomini - venne invece ributtata in mare. 




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