I suoi disegni a grafite ed ad acquarello – paesaggi e scorci di monumenti tracciati su carta in Sicilia fra il 1990 ed il 1997 – evidenziano la luce densa e violenta di certi luoghi dell’isola.
La nettezza del segno diventa così quella della natura e dell’arte siciliana, a dimostrazione del lavoro ‘sul campo’ – cioè dal vero – che Guillermo Rioux ha compiuto in quegli anni girando l’isola da Erice a Portopalo, vale a dire dal Tirreno al tratto di mare dove si incontrano lo Ionio ed il canale di Sicilia.
Argentino di Buenos Aires, classe 1929 e figlio di Raul – illustratore famoso in patria – Guillermo Roux è ancora oggi uno dei più famosi disegnatori del Paese sudamericano.
Il suo rapporto con l’isola trova le premesse nel 1956, durante il primo viaggio in Europa ed in Italia, a Roma. Undici anni dopo – nel 1967 - l’artista argentino sbarcherà in Sicilia, isola in cui tornerà più volte per tratteggiare con forza e nettezza scorci naturali ed architettonici sparsi nell’isola.
Fra i molti ricordi che avrà di quei viaggi – oltre alla bontà palermitana della frutta di martorana – vi sarà su tutti quello della luce presente all’interno del duomo di Monreale.
Intervistato nel luglio del 2005 dal ‘Clarìn’, Guillermo Roux così ricorderà l’edificio normanno: “está hecha en el 1100 o 1200. Es todo mosaico, decoración bizantina. Hay que adaptarse a la penumbra y empieza a surgir el oro de las paredes: la luz que hay dentro del oro. Y uno empieza a leer las historias bíblicas que van ocurriendo en las paredes. ¿Pero cómo las lee? Como en un cuento; como en un sueño. La oscuridad del ambiente separa de la realidad concreta de la calle”.
La costa siracusana di Portopalo, in un disegno a grafite compiuto nel 1991 |
Nel volume ‘Immagini di Sicilia’ – edito da Novecento nel 1998 e che nell’agosto dello stesso anno fu presentato anche al Centro Culturale Recoleta di Buenos Aires – sono raccolti appunto 49 suoi disegni isolani.
Nella prefazione del libro – del quale ReportageSicilia ripropone in questo post alcune riproduzioni di opere a grafite ed acquarello - Roberto Rocca, scrive che “questo libero sfogo di paesaggi siciliani, disegnati sul posto e sul vivo, frutto di impressione e non di pensiero, è un pretesto per liberarsi dal suo inconscio segreto, aprire l’animo senza più costrizioni nascoste, far nascere un nuovo frutto, ancora indenne dall’umano groviglio…
Mi accorsi che quanto chiedevo a lui di abbandonare, la Sicilia restituiva spontaneamente poiché la presenza dell’inconscio e del mistero risiedeva in ogni aspetto della natura, delle pietre, delle opere e del passato, della Sicilia intera, come nell’animo tormentato dell’artista… Per questo, mi sembra Guillermo ritrasse in Sicilia mistero ed ambiguità senza necessità di trasformarli: restituì con fedeltà ciò che vide, ed inconsciamente ne fece il ritratto fedele del proprio animo”.
Capo Zafferano, nel palermitano, in un disegno a grafite datato 1991 |
Mi accorsi che quanto chiedevo a lui di abbandonare, la Sicilia restituiva spontaneamente poiché la presenza dell’inconscio e del mistero risiedeva in ogni aspetto della natura, delle pietre, delle opere e del passato, della Sicilia intera, come nell’animo tormentato dell’artista… Per questo, mi sembra Guillermo ritrasse in Sicilia mistero ed ambiguità senza necessità di trasformarli: restituì con fedeltà ciò che vide, ed inconsciamente ne fece il ritratto fedele del proprio animo”.
Guillermo Roux in una fotografia tratta da Clarin.com. Il disegnatore ha un suo sito internet, http://www.guillermoroux.com.ar/ |
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