sabato 5 maggio 2012

ESTATE IN UN BAGLIO AGRIGENTINO

Baglio della campagna agrigentina in una fotografia scattata una sessantina di anni fa da Armao-Palermo

La didascalia che accompagna la fotografia di questo baglio agricolo – immagine attribuita ad Armao-Palermo e pubblicata su ‘Sicilia’ collana ‘Attraverso l’Italia’ del TCI ( 1961 ) – fornisce la semplice indicazione “paesaggio ampio e solenne nei dintorni di Agrigento, verso l’interno della provincia”.
In effetti, la bellezza del soggetto rende quasi superflua ogni sua altra descrizione.
Guardando con attenzione la fotografia si possono scoprire dei particolari che animano il paesaggio apparentemente privo di presenza umana, rivelando – o anche, semplicemente suggerendo – alcuni elementi che raccontano una giornata di vita rurale siciliana, in una giornata di pieno sole estivo.
Anzitutto, si riesce a scorgere un gruppo di contadini che lavora proprio al limite fra i confini di due appezzamenti di terreno; l’obiettivo del fotografo ha poi fissato un altro solitario bracciante lungo una strada sterrata che conduce probabilmente all’ingresso principale del baglio.
Al centro della struttura colonica – formata da più corpi alloggiativi e di servizio, tutti collegati fra loro ( camere da letto, ambienti adibiti a cucina, fienili, stalle, magazzini per l’ammasso delle colture e probabilmente cantine ) – il cortile ospita tre carretti per il trasporto di merci e persone, da e per i campi di quello che un tempo era stato forse un vasto feudo della campagna agrigentina.
Il baglio – costruito con pietrame e malta locali – mostra qualche segno di degrado strutturale, soprattutto sui piani di copertura costruiti con travi di legno, canne, paglia e coppi in terracotta.
Resta insoluta l’identificazione del luogo dello scatto, che potrebbe essere suggerita da qualche lettore di questo post.
Naturalmente, ReportageSicilia spera anche di sapere in quali condizioni sia oggi questo bellissimo baglio: forse trasformato in agriturismo, forse - ed è anche una speranza - utilizzato ancora per l’uso originario, quello cioè del lavoro agricolo.



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