Nel sito del bar San Giorgio di Castelmola http://www.barsangiorgio.com/ – locale fra i più noti e frequentati in Sicilia da folle di visitatori stranieri, in quel luogo plasmato dalle logiche dell’economia del turismo che è Taormina – si ricorda la storia quasi centenaria di quella che agli inizi fu una semplice locanda.
Non mancano ovviamente i riferimenti ai tanti personaggi internazionali della cultura, della politica e dello spettacolo che hanno calcato la sua terrazza panoramica, protesa verso i colori del cielo e del mare dello Jonio.
I proprietari del bar – a cominciare dal vecchio don Vincenzo Blandano – hanno conservato memoria scritta di quelle visite in registri dove sono tracciate le grafie di quegli illustri nomi di avventori; il primo della lista citata nel sito è quello dello scrittore francese Roger Peyrefitte.
Gloria Vanderbilt, una delle più note esponenti dalla famiglia di imprenditori americani che nei decenni passati frequentò regolarmente Taormina. La fotografia, di Horst P.Horst, è tratta da http://froulala.blogspot.it/2011/05/bookworm-weekend-world-of-gloria.html |
L’autore de “Le amicizie particolari” – si legge – “amava scrivere i suoi libri seduto sulla terrazza di questo bar godendo del silenzio del piccolo borgo e del meraviglioso panorama che si poteva ammirare. Proprio lui è rimasto colpito dal libro dei centomila nomi di cui narra nel suo libro “Dal Vesuvio all’Etna, cioè la meravigliosa raccolta di autografi accumulata negli anni…”.
Ora, rileggendo quelle pagine di Peyrefitte dedicate a Castelmola ed al bar San Giorgio, si scopre la curiosa storia della serata in cui quattro componenti della ricchissima famiglia Vanderbilt, dopo avere goduto del colpo d’occhio offerto dalla terrazza del locale, rifiutarono la firma di quel registro.
Ora, rileggendo quelle pagine di Peyrefitte dedicate a Castelmola ed al bar San Giorgio, si scopre la curiosa storia della serata in cui quattro componenti della ricchissima famiglia Vanderbilt, dopo avere goduto del colpo d’occhio offerto dalla terrazza del locale, rifiutarono la firma di quel registro.
Il racconto di Peyrefitte – basato forse sui ricordi del vecchio Blandano – ci informa che i Vanderbilt, appena gettata l’ancora del proprio yacht nella baia di Giardini, decisero subito di godere della vista del tramonto dal San Giorgio.
Accolti da una banda locale che intonava l’Aida - nonché da sindaco, consiglieri comunali, curato e da un carabiniere sull’attenti – i componenti della ricchissima famiglia americana scesero dalla Rolls Royce guidata dall’autista.
“In un silenzio da chiesa – non però da chiesa siciliana – i Vanderbilt si diressero verso il caffè. Salirono i pochi gradini della scaletta esterna e guardarono il muro. Blandano – scrive Peyrefitte - intuì la loro muta interrogazione e additò loro, in fondo alla scala, la scaletta che portava alla terrazza. “Hooo!” fece Mrs Vanderbilt senior… Il tramonto del sole fu particolarmente bello quel giorno; si sarebbe detto che tutti i colori dell’arcobaleno si erano dati appuntamento per ammaliare i Vanderbilt: l’orizzonte era oro e verde, la terra porpora, il mare e l’Etna rosa”.
La convinzione di Blandano e di tutti i castelmolesi presenti era che lo stupore e l’ammirazione vissuti su quella terrazza inducessero i Vanderbilt ad una generosa donazione: un assegno per un importo in dollari e di entità tale da finanziare addirittura il potenziamento della rete idrica di Castelmola.
Ancora ai nostri giorni il bar San Giorgio raccoglie in un registro le firme dei suoi visitatori. Il rifiuto dei Vanderbilt a lasciarvi un autografo - e con esso la speranza di una loro donazione al paese - rimane nella memoria dei castelmolesi come il ricordo del "pranzo dei Vanderbilt". L'immagine è tratta dal sito http://www.barsangiorgio.com/ |
I ricchissimi ospiti americani decisero di ripagare Blandano in tutt’altro modo: scesi dalla terrazza, riguadagnarono l’abitacolo della Rolls Royce, non prima di avergli regalato un semplice “thanks!”
“Quando li vide salire in macchina – ricorda ancora lo scrittore francese - la disperazione gli ridette animo: afferrato uno degli albums delle centomila firme, si precipitò in piazza. In mancanza di meglio, gli restava di prendere l’autografo dei Vanderbilt. “Thanks!” disse di nuovo Mrs Vanderbilt senior. Lo sportello dell’auto sbattè sul naso del signor Blandano. Questi rimase così interdetto che l’autista ne ebbe pietà: si cavò di tasca una stilografica e con un magnifico gesto tracciò la propria firma sull’album che il caffettiere teneva aperto. Dentro la vettura, le labbra dei Vanderbilt ebbero un sorriso rapido come un lampo”.
Anni dopo, Gloria Vanderbilt avrebbe fatto più volte ritorno a Taormina, animando le fastose serate del jet set locale ed internazionale; non sappiamo se abbia mai fatto visita alla terrazza del San Giorgio, magari per porre la firma su quel registro ignorato in precedenza dalla sua famiglia.
In ogni caso, la storia di quegli autografi negati rimane ancora forte nella memoria dei castelmolesi, nel ricordo della sera del “pranzo dei Vanderbilt”.
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