L’avvocato Vito Guarrasi morì nella sua villa di Mondello la mattina del 31 luglio 1999, all’età di 85 anni, gran parte dei quali trascorsi nelle pieghe delle più oscure pagine siciliane del dopoguerra.
La lista degli eventi in cui Guarrasi ha assunto un ruolo da
defilato protagonista è stata più volte elencata da giornalisti e storici
isolani: dal contesto in cui maturò lo sbarco alleato in Sicilia, alla firma
dell’armistizio a Cassibile, dai retroscena dei casi Mattei e De Mauro all’ascesa
economica e politica dei cugini Nino ed Ignazio Salvo. Tutte vicende, insomma,
in cui mistero e realtà degli inconfessabili intrecci siciliani hanno segnato
la storia dell’isola, dal 1945 sin quasi ai nostri giorni.
Di certo, per sua
stessa ammissione “l’Avvocato” – originario di Alcamo da famiglie di illustri
natali – fu ispiratore di molte leggi nel settore industriale ed artefice di
parecchi governi della Regione, a cominciare – sembra - da quello di Silvio
Milazzo. Sembrano poi certe le sue frequentazioni palermitane con emissari dei
servizi segreti americani, spesso presenti nei retroscena della vita della
Sicilia degli ultimi 60 anni.
Il personaggio Guarrasi, insomma – di volta in volta
etichettato come il “mister X”, l’”oscuro vicerè”, “l’eminenza grigia” o “il burattinaio” della
politica siciliana – è stato il più rappresentativo esempio di tessitore
occulto delle vicende dell’isola, accreditato anche di mediazioni con vecchi
capimafia come don Calò Vizzini e Genco Russo.
Nel tentativo di aggiungere altre verità alle tante
già tratteggiate in inchieste ed articoli dedicati al personaggio, i
giornalisti Marianna Bartoccelli e Francesco D’Ayala hanno di recente
pubblicato il saggio intitolato “L’avvocato dei misteri-Storia segreta di Vito
Guarrasi, l’uomo dei consigli indispensabili che ha condizionato il potere
italiano”, edito da Castelvecchi.
Il lavoro si segnala soprattutto per la
pubblicazione di buona parte di un diario privato scritto dallo stesso Guarrasi
e per l'introduzione del giornalista Emanuele Macaluso, storico dirigente del
partito comunista.
Ci sembra che la ricerca abbia aggiunto nuovi
spunti di interpretazione dei tanti episodi della storia isolana in cui
Guarrasi ha avuto un ruolo – presunto o reale - da protagonista. E’ un
apprezzamento che nasce anche dall’attenzione che la Bartoccelli e D’Ayala hanno
riservato alla necessità di scremare i fatti dalle interpretazioni, evitando di
trasformare il personaggio nel “grande vecchio” dei misteri siciliani.
“Siamo
partiti – scrivono gli autori - dall’unica metodologia che dovrebbe sempre
caratterizzare ricerche di questo genere: fatti riscontrabili o che almeno
siano riconducibili ad una fonte citata”. Uno scrupolo documentario che permette
loro, alla fine, di definire con sagacia, e con verità storica tutta siciliana,
la figura dell’”Avvocato”: “Non si può pensare che Guarrasi non fosse
consapevole del suo valore nel trasformare giuridicamente l’imperfetto ed il
perseguibile in perfetto e inattaccabile”.
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