giovedì 6 dicembre 2012

BENI CULTURALI FRA CRISI, SCANDALI ED INCAPACITA'

Gruppo di turisti in visita nel sito del castello Eurialo, a Siracusa.
La fotografia - pubblicata nel II volume dell'opera "Sicilia", edita da Sansoni nel 1962 - risale alla fine degli anni  Cinquanta
e porta la firma di Josip Ciganovic.
Il settore dei beni culturali isolani continua a seguire logiche politiche per lo più parassitarie; è di pochi giorni fa la notizia dello scandalo milionario nella gestione dei siti archeologici di Taormina, Segesta, Selinunte e, appunto, Siracusa  


Lo scorcio finale del 2012 non riserva buone notizie per il turismo in Sicilia. 
La recessione economica europea non aiuta certo ad incrementare il numero di visitatori dell’isola, e la stessa crisi fa prospettare in questi giorni il rischio di 2.000 licenziamenti nel settore alberghiero: le Eolie, Sciacca, Taormina, Cefalù – dove già da giorni albergatori e ristoratori denunciano l’insostenibilità del balzello dell’Imu – potrebbero presto perdere una fetta consistente dell’occupazione locale.


Chiacchierata dinanzi "Il Trionfo della Morte", una delle opere pittoriche più note della Sicilia ed esposta a Palazzo Abatellis, a Palermo.
I criteri di apertura al pubblico di musei ed aree archeologiche
continuano spesso
a non soddisfare le richieste dei visitatori.
L'immagine è di Publifoto ed è tratta dall'opera "Sicilia"
edita dal TCI nel 1961

Accanto ai problemi legati alla recessione, rimangono poi quelli della deprimente gestione del turismo siciliano, a cominciare dall’amministrazione del patrimonio  artistico e monumentale, spesso inaccessibile o con orari di apertura ridotti. 
A puro titolo di esempio, una recente visita al duomo normanno di Cefalù ha tradito per l’ennesima volta l’occasione di potere visitare il suo chiostro.

Il chiostro del duomo normanno di Cefalù.
Il monumento è uno dei tanti beni architettonici siciliani difficilmente visitabili, a causa della lunghezza degli interventi di restauro o per il cattivo impiego del personale che dovrebbe custodire l'area: gli addetti della Regione Siciliana sono 1750, ma risultano mal ripartiti.

L'immagine è tratta dall'opera "Cefalù e le Madonie" edita nel 1981 da Plurigraf Narni-Terni 

E’ di pochi giorni fa poi la notizia che il manager della società incaricata di incassare i biglietti delle aree archeologiche del teatro antico di Taormina, di Segesta, Selinunte e Siracusa non ha consegnato alla Regione 19 milioni di euro.
Quei soldi sembrano essere scomparsi, il manager è stato arrestato e ora ci si chiede come sia possibile che l’ammanco – destinato ad incrementare le asfittiche casse dell’assessorato ai Beni culturali -  possa essere passato inosservato sino a raggiungere tali proporzioni.


Il tema della scarsa valorizzazione dei beni culturali isolani è stato affrontato nelle ultime settimane
da Francesco Merlo ed Adriano Sofri.
Quest'ultimo ha raccontato dell'attuale cessione di numerosi capolavori dell'arte siciliana a musei ed istituzioni straniere, con il risultato di impoverire la visione di quei capolavori al visitatore della Sicilia.
Fra questi oggetti d'arte figura anche la statua dell'Efebo di Selinunte, le cui rovine sono qui ritratte in un'altra immagine realizzata 50 anni fa da Josip Ciganovic durante un reportage isolano a bordo di una fascinosa MGA.
Anche questo scatto è tratto dall'opera "Sicilia" edita nel 1962 da Sansoni

La Sicilia vanta giustamente il 60 per cento dei beni culturali italiani. Il compiacimento per questo primato rende però ancora più grave il giudizio sulle carenze delle politiche sui beni culturali, che invece di puntare sulla loro piena valorizzazione prediligono interventi spesso parassitari.
Il dato è stato sottolineato da due recenti interventi di Francesco Merlo http://www.francescomerlo.it/?p=976 ed Adriano Sofri http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/11/21/news/la_sicilia_invisibile-47100315/, e certo sarà l’ennesimo banco di prova per il nuovo governo della Regione; se tutto continuerà come prima, a poco serviranno iniziative virtuali come l’attivazione del nuovo sito http://www.sicilia360.it/, realizzato da Unioncamere Sicilia e presentato nei giorni scorsi a Roma, al ministero degli Esteri.


Il Teatro di Tindari, lungo la costa tirrenica messinese.
Mentre la gestione dei beni culturali siciliani soffre i limiti ed i guasti dell'amministrazione regionale,  l'Opera Romana Pellegrinaggi - gestita dal Vaticano - ha recentemente inserito Tindari fra gli itinerari religiosi da lei promossi, grazie alla presenza del locale Santuario della Madonna.
La fotografia è ancora una volta opera di Ciganovic
“Il portale offre all’internauta numerosi motori di ricerca – spiega Unionecamere – informazioni su mezzi di trasporto ed alberghi, offrendo una visione completa sull’isola che comprende anche la filiera dell’agroalimentare e dell’industria culturale”.
Ricca di monumenti, bagnata da molte spiagge ancora desiderabili e con un discreto fascino gastronomico e letterario, da lunghissimo tempo l’isola attende ancora il vanto di politici degni di tanta ricchezza.


Una vecchia locandina promozionale della Regione Siciliana.
L'immagine è tratta dal volume "Handbook for Italy"
pubblicata negli anni Cinquanta da Edizioni Saturnia-Roma

   


  

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