domenica 10 marzo 2013

LE IMMAGINI DI POVERTA' CONTADINA DI ANDRE' MARTIN

Interno di un'abitazione di contadini siciliani nella seconda metà
degli anni Cinquanta dello scorso secolo.
L'immagine - al pari delle altre riproposte in questo post da ReportageSicilia - portano la firma del fotografo francese André Martin e furono pubblicate nel saggio di Danilo Dolci "Spreco-Documenti e inchieste su alcuni aspetti dello spreco nella Sicilia occidentale", edito da Einaudi nel 1960

Le immagini riproposte in questo post da ReportageSicilia portano la firma del fotografo francese André Martin ( 1928-1999 ) e sono tratte dal saggio di Danilo Dolci “Spreco-Documenti ed inchieste su alcuni aspetti dello spreco nella Sicilia occidentale”, edito nel 1960 da Einaudi editore.
Gli scatti di Martin – originario della Normandia, laureatosi alla Scuola di Fotografia e Cinema di Parigi ed appassionato di etnologia africana, mediorientale e del Mezzogiorno d’Italia ( è nota la sua collaborazione con l’antropologo Ernesto De Martino ) - ritraggono scene domestiche di famiglie contadine siciliane, nella seconda metà degli anni Cinquanta dello scorso secolo.

Una mensa familiare in cui adulti e bambini
 si servono dalle vecchie padelle
in cui è stato cucinato il pranzo.
André Martin fu un fotografo interessato ai temi etnografici e la sua documentazione riguardò anche il Meridione d'Italia e la Sicilia.
Le sue immagini si legano strettamente ai temi della ricerca sociologica condotta in quegli anni nell'isola da Danilo Dolci 

La sensibilità descrittiva di Martin e la sua capacità di cogliere nella loro quotidianità domestica il disagio e la povertà della classe contadina ben si legarono alle denunce portate avanti in quegli anni da Danilo Dolci.

Una madre con i suoi numerosi figli.
Nella Sicilia rurale degli anni Cinquanta,
le donne pativano spesso il peso di numerose gravidanze ed aborti,
favoriti dalle scarse condizioni igieniche degli alloggi
e dalla promiscuità con gli animali domestici 

Nella prefazione di “Spreco” – opera ancor oggi in grado di descrivere le ragioni dell’antico sottosviluppo dell’economia agricola in Sicilia – il sociologo scriveva:
“Molti, come è frequente nelle zone arretrate, pur intelligenti e volenterosi, isolati nel mondo fermo, non possiedono gli strumenti tecnico-culturali-organizzativi per sapere cosa fare, come lavorare, come progredire: la terra, la vita rimangono, davanti a loro impotenti, doloroso caos…”.

Due donne mostrano una coperta realizzata mettendo insieme 
vecchi capi di abbigliamento dismessi.
Il risultato della cucitura sembra rappresentare quel "doloroso caos" in cui - secondo la definizione di Danilo Dolci - andava avanti la vita di molte famiglie contadine del tempo

Le immagini di André Martin colgono quella sorta di inconsapevole povertà del mondo rurale siciliano, incapace di comprendere le ragioni del suo penoso vivere quotidiano e di cercare quindi la strada del riscatto, affidata solo alla fede religiosa delle immagini che tappezzano le pareti.

Immagini religiose tappezzano le povere pareti
dell'abitazione di un bracciante.
La devozione religiosa appariva a molti contadini come
l'unica prospettiva di liberazione
dagli stenti quotidiani

Di quella sofferenza, le fotografie di Martin offrono una testimonianza priva di retorica: ecco così la promiscuità fra anziani e bambini in poveri ambienti mal illuminati, i sudici tavoli in cui tutti condividono lo scarso cibo cucinato su vecchie padelle, o i giacigli per i bambini sistemati sui pavimenti.
Oggi i contadini siciliani sono una presenza marginale nell’asfittico panorama dei lavoratori dell’isola; pochissimi vivono ancora le condizioni di povertà descritte da André Martin, ma il lavoro che nasce dai frutti della terra paga lo scotto di quel “doloroso caos” descritto da Dolci.

Un contadino mostra il suo mulo, prezioso strumento di lavoro e di trasporto nella Sicilia del tempo in cui la motorizzazione nel mondo agricolo era poco diffusa: una circostanza che ha accentuato l'isolamento di numerose famiglie e la loro possibilità di creare una normale rete di rapporti sociali ed economici

Le recenti parole dell’assessore regionale alle Risorse Agricole, Dario Cartabellotta – “bisogna superare l’isolamento politico e sociale dell’agricoltura e stabilire un’alleanza strategica con le politiche territoriali, distributive, agroindustriali, ambientali, sanitarie, culturali, infrastrutturali e turistiche” – nel loro stantio politichese fanno intendere come, 50 anni dopo l’appello di Danilo Dolci, i contadini siciliani siano ancora privi degli strumenti necessari al loro progredire.



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