sabato 30 marzo 2013

LAMPARE A LIPARI

Un gruppo di pescatori a Marina Corta di Lipari.
L'immagine è tratta dalla rivista trimestrale "Sicilia"
edita da S.F.Flaccovio nel luglio del 1975

Le immagini di Lipari riproposte in questo post da ReportageSicilia ritraggono Marina Corta e sono tratte rispettivamente dalla rivista trimestrale "Sicilia", pubblicata nel luglio del 1975 da S.F. Flaccovio e dall’opera francese “La Sicile”, edita da Del Duca nel 1957.
Delle due fotografie, l’unica che rechi un’attribuzione – a Patrice Molinard – è quella del volume stampato a Parigi con testi di Jean-Louis Vaudoyer.
Ai nostri giorni, Lipari è certamente l’isola delle Eolie più conosciuta e battuta dai turisti; vi circolano anche gli autobus ed il suo traffico automobilistico può in alcuni casi smentire la fama di solitudine e bellezza che accompagna ancora alcuni luoghi più remoti dell’arcipelago messinese.


Già nel 1966, l’inviato del Touring Club Italiano Piero Studiati Berni notava:
“Lipari è bella, ma chiassosa, disordinata: ha la pretesa di una città, ma il carattere di un paese.
A Lipari ci sono i negozi, le strade, le automobili, si può comprare la carne e andare al cinema e tutto questo, nella mentalità degli isolani, è più che sufficiente a rendere funzionale l’isola e a trasformarla in un vero centro residenziale e turistico…
A Lipari sembra che tutte le isole debbano una sorta di rispetto perché Lipari si sente capitale: storia, leggenda e natura l’aiutano a mantenere questo privilegio; persino i suoi dodici vulcani, oggi quieti come vecchie cucine, sono stati generosi dando a Lipari la pomice e l’ossidiana che nel passato raggiunse tutti i mercati del Mediterraneo Orientale”.

Uno scorcio di Marina Corta precedente al 1957,
quando questa fotografia attribuita a Patrice Molinard
venne pubblicata nell'opera "La Sicile"
edita a Parigi da Del Duca

Delle due fotografie riproposte nel post, la più interessante è forse quella che ritrae il gruppo notturno di barche di pescatori, con le lampare accese e forse in procinto di prendere il mare.
In passato, a Lipari si è praticata con un certo successo la pesca notturna del pesce spada con la palamidara, soprattutto nei profondi tratti di mare che separano l’isola da quelle di Vulcano e Salina.


La palamidara è una rete lunga dai 600 ai 1000 metri ed alta sino a trenta. Viene calata in mare all’imbrunire, fra aprile e giugno; nella nottata, al variare delle correnti, può essere salpata e ricalata più volte. La rete era sostenuta da galleggianti di sughero o da palle di plastica, ed il pescato era diretta verso il mercato messinese.
Oggi Lipari vive quasi principalmente di turismo, attività che patisce gli effetti della più generale recessione economica.
La pesca, al pari di molte altre località marine siciliane, ha un peso limitato: poche barche ormai offrono il vecchio spettacolo dei gruppi di lampare che riflettevano la propria luce sul golfo di Marina Corta.


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