giovedì 7 marzo 2013

SPAGNOLISMO DI SICILIA

Panni stesi al sole e botteghe di venditori di prodotti alimentari nel mercato palermitano della Vucciria, 
a ridosso della quattrocentesca chiesa
di Sant'Eulalia.
La fotografia è tratta dalla guida "Palermo" di Gaetano Falzone edita nel 1956 da Azienda Autonoma di Turismo
per Palermo e Monreale

“Di tutte le dominazioni straniere che ci sono toccate, quella che, in epoca moderna, ha permeato più di tutte la mentalità siciliana, è stata la spagnola: imposta, certo, ma ci andava talmente bene da un punto di vista comportamentale ed estetico! Con il loro amore del fasto, della ricchezza e della festa, il loro gusto della dissipazione e la prodigalità ostentata, la loro tendenza alla grandiosità ed alla pompa, gli spagnoli ci misero a nostro agio: eravamo più fastosi ancora di loro. 
Il termine ‘spagnolesco’ d’altronde è più adatto ai siciliani che non agli spagnoli. In questa corrispondenza siculo-ispanica c’era una sola nota falsa, ed era che il fasto gli spagnoli lo vivevano da padroni, mentre i siciliani ne godevano da schiavi…”.


Scena di mercato popolare palermitano con la quinta scenografica
della chiesa di Sant'Eulalia.
La fotografia - scattata da Ezio Quiresi alla fine degli anni Cinquanta e tratta dall'opera del TCI "Sicilia" edita nel 1961 - dimostra la propensione dei siciliani a considerare i monumenti storici
come una normale quinta del loro vivere quotidiano   

Nel 1979 Leonardo Sciascia così descrisse a Marcelle Padovani ( “La Sicilia come metafora”, Mondadori ) l’eredità culturale della dominazione spagnola in Sicilia, trionfalmente rappresentata nell’ottagono palermitano di piazza Villena dalle regie statue di Carlo V e Filippo II, III e IV. 
La definizione di “spagnolesco” ancor oggi può spiegare molti aspetti del costume isolano; uno di questi riguarda la capacità dei siciliani – e dei palermitani in particolare – di considerare certi monumenti che in altre città sarebbero oggetto di diligente cura come una trascurabile quinta scenografica del loro vivere quotidiano.  
Le due fotografie riproposte da ReportageSicilia sottolineano questo approccio con l’architettura storica, e proprio nei confronti di una chiesa costruita nel quartiere palermitano della Vucciria durante la dominazione spagnola, per di più intitolata a Sant'Eulalia ( santa molto popolare in Spagna, soprattutto a Barcellona ).
Gli scatti risalgono agli anni Cinquanta dello scorso secolo e sono tratti dal volume “Sicilia”, collana Attraverso l’Italia del TCI ( 1961 ) e dalla guida “Palermo” di Gaetano Falzone edita nel 1956 dall’Azienda Autonoma di Turismo per Palermo e Monreale.
Delle due fotografia, l’unica con l’attribuzione dell’autore ( il cremonese Ezio Quiresi ) è quella dell'opera del TCI.



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