Immagini lontane nel tempo di un'abilità tessile ed orafa che sopravvive ancora ai nostri giorni
Ancora oggi, a Piana degli Albanesi alcuni matrimoni e le festività della Pasqua, di San Giorgio ( 23 aprile ) della Madonna Odigitria ( 2 settembre ) e dell'Epifania permettono di osservare in strada i fastosi costumi greco-albanesi.
L'usanza ha permesso in passato a numerosi fotografi - fra questi, Carlo Brogi, Josip Ciganovic ed Ezio Quiresi - di realizzare immagini in alcuni casi poco conosciute.
Reportage Sicilia ripropone alcuni di quegli scatti, invitando i lettori del blog a visitare il locale Museo Civico "Nicola Barbato" ( tel. 091.8575668 ) diretto da Anna Maria Nicosia.
Al suo interno sono attualmente esposti due di quegli abiti, uno dei quali realizzato alla fine del secolo XIX ed utilizzato di recente dalla regista Nella Condorelli per le riprese del film "1893. L'inchiesta", dedicato ai Fasci Siciliani.
Reportage Sicilia ripropone alcuni di quegli scatti, invitando i lettori del blog a visitare il locale Museo Civico "Nicola Barbato" ( tel. 091.8575668 ) diretto da Anna Maria Nicosia.
Al suo interno sono attualmente esposti due di quegli abiti, uno dei quali realizzato alla fine del secolo XIX ed utilizzato di recente dalla regista Nella Condorelli per le riprese del film "1893. L'inchiesta", dedicato ai Fasci Siciliani.
"Il costume oggi indossato dalle donne di Piana degli Albanesi, particolarmente famose in Sicilia per la loro bellezza - si legge nella pubblicazione "Repertorio dell'artigianato siciliano", edito nel 1966 da Salvatore Sciascia - ha subito poche trasformazioni nei secoli; la sua caratteristica principale è dell'essere ricamato in oro su trame ornamentali tradizionali e di essere ornato di una grande fibbia di argento sbalzato.
La varietà dei colori impiegati indica anche la condizione della donna ( sposata, nubile, vedova ).
Il costume di Piana degli Albanesi risulta fondamentalmente costituito da una sottana ricamata ( "zilona" ); da due larghe maniche ricamate ( "menghete" ) e da un corpetto ( "raxete" ), sotto al quale è una camicia bianca, ricamata anch'essa ( "ligne" ); su tutto il costume vengono applicati nastri di seta annodati ( "scocate" ).
Stessa donna e stesso sontuoso costume della fotografia che apre il post: questa volta Ezio Quiresi con uno scatto a colori ci ha restituito la ricchezza cromatica del vestito |
La cintura che lega la sottana alla vita, con la grande fibbia d'argento, viene chiamata "brezi"; il costume è completato da una cuffia ricamata ( "checza" ), e da un velo ( "schepi" )...".
Ancora ai nostri giorni, gran parte delle famiglie di Piana degli Albanesi conserva almeno un costume tradizionale, più o meno ricco di decorazioni e di applicazioni in argento o in oro.
Negli ultimi trent'anni - dopo la riscoperta delle minoranze linguistiche avvenuta negli anni Settanta - si sono anche sviluppati alcuni laboratori di lavorazione che producono costumi su commissione.
Piana degli Albanesi, insomma, difende oggi con dedizione e passione una secolare tradizione manifatturiera, legata all'identità storica e religiosa dei suoi abitanti.
Ancora ai nostri giorni, gran parte delle famiglie di Piana degli Albanesi conserva almeno un costume tradizionale, più o meno ricco di decorazioni e di applicazioni in argento o in oro.
Sopra e sotto, ancora due fotografie di Arno Hammacher ( opera citata ) |
Negli ultimi trent'anni - dopo la riscoperta delle minoranze linguistiche avvenuta negli anni Settanta - si sono anche sviluppati alcuni laboratori di lavorazione che producono costumi su commissione.
Altre due donne in costume. La fotografia non ha attribuzione e venne pubblicata nel dicembre del 1961 dalla rivista "Sicilia" edita dalla Fondazione "Ignazio Mormino" del Banco di Sicilia |
Piana degli Albanesi, insomma, difende oggi con dedizione e passione una secolare tradizione manifatturiera, legata all'identità storica e religiosa dei suoi abitanti.
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