Immagini degli abitanti della cittadina ionica tratti dall'opera "Taormina", edita nel 1907 dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche
Donne in strada nei pressi dell'arco del convento dei Cappuccini. La fotografia è attribuita a Bruno |
"Taormina prese parte alla gloriosa rivoluzione del 1848-49, esponendosi all'attacco delle truppe di Carlo Filangieri che ebbe appunto il titolo di duca di Taormina, quasi vi avesse riportato una grande vittoria.
L'unico beneficio del Filangieri verso la città fu tuttavia quello di avere iniziato gli scavi del teatro.
La rivoluzione per l'indipendenza italiana lasciò Taormina indifferente, ma, nel 1860 e precisamente il 9 aprile, tentò nuovamente sottrarsi a quella dominazione e, per quanto caduta ancora una volta per poco in mano ai Borboni, divenne ben presto definitivamente libera"
Questo riepilogo delle vicende taorminesi incentrate sulla fatidica data del 1860 è contenuto nella guida "Taormina" di Maria Santangelo, edita a Roma nel 1950.
Le indicazioni della Santangelo fanno riferimento ad un aspetto della storia della cittadina ionica spesso ignorato dalla ricchissima letteratura dedicata a Taormina: quello degli eventi che hanno accompagnato la vita dei taorminesi, il cui ricordo è stato spesso schiacciato dalla narrazione delle bellezze architettoniche ed ambientali del loro luogo di origine.
La pubblicistica dedicata a Taormina è così costellata dai millenari riferimenti mitologici al principe Tauro, dalle stupite descrizioni del teatro antico o dal ricordo dei personaggi famosi e a volte bizzarri che hanno consegnato questo angolo di Sicilia alle cronache del jet set internazionale: il pittore e fotografo Wilhelm Von Gloeden, i Krupp, i Vanderbilt, Truman Capote, Greta Garbo...
Certo, la vita di Taormina è e soprattutto è stata anche questo, anche se nessuno scrittore o regista è stato capace di tramandarne la bellezza in un capolavoro della letteratura o della cinematografia.
Pochissimi osservatori hanno invece raccontato i taorminesi che in passato hanno ospitato nella loro cittadina teste coronate, industriali miliardari e personaggi della cultura e dello spettacolo.
Il saggista catanese Antonio Aniante lo ha fatto decenni fa, con toni decisamente sprezzanti.
Ricordando le frequentazioni altolocate di Taormina sino al limitare dell'inizio della caldissima stagione estiva, così scriveva nel 1962:
"La cittadina aristocratici cade nelle mani dei bifolchi e dei mulattieri, dei mietitori avvinazzati, che indugiano sotto le case, in compagnia delle bestie, prima di ripartire per i campi e per le valli, lasciando scie di sterco nelle piazzette..."
ReportageSicilia vuole dedicare questo post a quegli anonimi taorminesi che tra la fine del secolo XIX e i primi decenni del secolo scorso hanno costituito la società locale, lontana dalla notorietà dei loro facoltosi ospiti stranieri.
Si tratta di donne, anziani e bambini incontrati fra le strade e i monumenti del paese da Alinari, da Crupi, da Bruno, da Martinez, da Marziani e da altri fotografi rimasti senza nome.
Le immagini furono pubblicate nel volume di Enrico Mauceri "Taormina", edito nel 1907 dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche di Bergamo per la collana "L'Italia Artistica".
Molti personaggi vengono colti in momenti di vita quotidiana, durante il trasporto di acqua o fra gli edifici storici.
Le loro figure si inseriscono negli scorci architettonici della Taormina costruita fra i secoli XIV e XV, in un contesto urbano che suggerisce l'identità rurale della cittadina d'inizi Novecento.
Altri taorminesi invece - come nel caso di tre ritratti di Alinari - hanno accettato di mettersi in posa dinanzi la trama di una pianta rampicante, secondo un vago gusto dell'esotico tipico del periodo.
Già all'epoca di questi pioneristici scatti , la straordinaria ambientazione naturale di Taormina cominciava a soffrire le conseguenze dell'assalto edilizio dell'industria turistica.
La prova è nelle parole di Enrico Mauceri, che a conclusione della sua fatica documentaria scrisse:
"Una vista parziale di Taormina fa pensare tristemente alla grave offesa arrecatale dagli albergoni moderni che le hanno distrutto o alterato le linee incantevoli del paesaggio, e che ne han deturpato le memorie"
Questo riepilogo delle vicende taorminesi incentrate sulla fatidica data del 1860 è contenuto nella guida "Taormina" di Maria Santangelo, edita a Roma nel 1950.
Le indicazioni della Santangelo fanno riferimento ad un aspetto della storia della cittadina ionica spesso ignorato dalla ricchissima letteratura dedicata a Taormina: quello degli eventi che hanno accompagnato la vita dei taorminesi, il cui ricordo è stato spesso schiacciato dalla narrazione delle bellezze architettoniche ed ambientali del loro luogo di origine.
Sulla strada del castello di Taormina. Lo scatto è attribuito a Marziani |
La porta S.Antonio con le mura cittadine. La fotografia porta la firma di Crupi |
La pubblicistica dedicata a Taormina è così costellata dai millenari riferimenti mitologici al principe Tauro, dalle stupite descrizioni del teatro antico o dal ricordo dei personaggi famosi e a volte bizzarri che hanno consegnato questo angolo di Sicilia alle cronache del jet set internazionale: il pittore e fotografo Wilhelm Von Gloeden, i Krupp, i Vanderbilt, Truman Capote, Greta Garbo...
Certo, la vita di Taormina è e soprattutto è stata anche questo, anche se nessuno scrittore o regista è stato capace di tramandarne la bellezza in un capolavoro della letteratura o della cinematografia.
Facciata di S.Maria del Piliere. L'immagine è attribuita a Bruno |
Pochissimi osservatori hanno invece raccontato i taorminesi che in passato hanno ospitato nella loro cittadina teste coronate, industriali miliardari e personaggi della cultura e dello spettacolo.
Il saggista catanese Antonio Aniante lo ha fatto decenni fa, con toni decisamente sprezzanti.
Ricordando le frequentazioni altolocate di Taormina sino al limitare dell'inizio della caldissima stagione estiva, così scriveva nel 1962:
"La cittadina aristocratici cade nelle mani dei bifolchi e dei mulattieri, dei mietitori avvinazzati, che indugiano sotto le case, in compagnia delle bestie, prima di ripartire per i campi e per le valli, lasciando scie di sterco nelle piazzette..."
ReportageSicilia vuole dedicare questo post a quegli anonimi taorminesi che tra la fine del secolo XIX e i primi decenni del secolo scorso hanno costituito la società locale, lontana dalla notorietà dei loro facoltosi ospiti stranieri.
Donna nei pressi della fontana di piazza Duomo, in una fotografia senza attribuzione |
Ragazzo sulla soglia di un portone in corso Umberto I. La fotografia è attribuita a Marziani |
Si tratta di donne, anziani e bambini incontrati fra le strade e i monumenti del paese da Alinari, da Crupi, da Bruno, da Martinez, da Marziani e da altri fotografi rimasti senza nome.
Le immagini furono pubblicate nel volume di Enrico Mauceri "Taormina", edito nel 1907 dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche di Bergamo per la collana "L'Italia Artistica".
Molti personaggi vengono colti in momenti di vita quotidiana, durante il trasporto di acqua o fra gli edifici storici.
Le loro figure si inseriscono negli scorci architettonici della Taormina costruita fra i secoli XIV e XV, in un contesto urbano che suggerisce l'identità rurale della cittadina d'inizi Novecento.
Altri taorminesi invece - come nel caso di tre ritratti di Alinari - hanno accettato di mettersi in posa dinanzi la trama di una pianta rampicante, secondo un vago gusto dell'esotico tipico del periodo.
Acquaiolo con il suo carro nei pressi di porta Catania. La fotografia non ha attribuzione |
Trasporto di una botte sulla scalinata in pietra di palazzo Corvaja. La fotografia è di Alinari |
Già all'epoca di questi pioneristici scatti , la straordinaria ambientazione naturale di Taormina cominciava a soffrire le conseguenze dell'assalto edilizio dell'industria turistica.
La prova è nelle parole di Enrico Mauceri, che a conclusione della sua fatica documentaria scrisse:
"Una vista parziale di Taormina fa pensare tristemente alla grave offesa arrecatale dagli albergoni moderni che le hanno distrutto o alterato le linee incantevoli del paesaggio, e che ne han deturpato le memorie"
Tre ritratti di taorminesi a firma Alinari. Bambina, donna e anziano vengono indicati con il termine "popolani" |
Decenni dopo la recriminazione di Mauceri, il paesaggio di Taormina sarebbe stato sconvolto dalla costruzione di imponenti svincoli autostradali e da una speculazione edilizia che avrebbe cementificato il monte Tauro.
La costruzione a tappeto di ville e residence chiamò in causa anche un petroliere, un armatore ed un noto attore comico: dopo averne accresciuto una fama internazionale, il "jet set" ha contributo insomma a saccheggiare il patrimonio ambientale taorminese.
Risale a quella stessa epoca e va ricondotta a quei medesimi luoghi la produzione artistica dei fotografi dei quali ho scritto nell'articolo
RispondiEliminahttp://www.inchiestasicilia.com/2013/12/26/senza-titolo/
(A.d.N.)