Movimento ed eleganza fuori dai cliché paesaggistici di due danzatrici fra le pietre del teatro di Taormina
Gran parte delle fotografie del teatro greco-romano di Taormina pubblicate su libri o riviste rientrano nel genere delle "foto-cartolina".
Coreografia di vestali sule pietre del teatro greco-romano di Taormina. L'immagine è tratta dall'opera "GuidaAgenda di Messina 1952" edita da Edizione Catri |
Gran parte delle fotografie del teatro greco-romano di Taormina pubblicate su libri o riviste rientrano nel genere delle "foto-cartolina".
E' questo il destino comune a tutte le immagini dei più noti monumenti, siciliani e non: il tempio della Concordia, ad Agrigento, il Colosseo a Roma o la torre pendente a Pisa.
L'unicità di questi monumenti ne rende difficile una rappresentazione che esca fuori dalla convenzionalità; nel caso dell'opera taorminese, la sua collocazione fra il mare dello Jonio e la vetta possibilmente fumante dell'Etna.
L'unicità di questi monumenti ne rende difficile una rappresentazione che esca fuori dalla convenzionalità; nel caso dell'opera taorminese, la sua collocazione fra il mare dello Jonio e la vetta possibilmente fumante dell'Etna.
La fotografia riproposta nel post e pubblicata nella "GuidaAgenda Messina 1952" delle Edizioni Catri sfugge però a questa catalogazione.
Qui, il teatro di Taormina diventa una semplice quinta architettonica sulla quale si muove l'elegante coreografia di due donne con il costume da vestali.
Le loro figure - parte della scena di uno spettacolo classico - restituiscono il movimento umano alle pietre di un edificio cristallizzato in uno scenario ambientale trasformato da molti fotografi in uno stereotipo della Sicilia.
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