Storiche immagini del Ballo della Cordella: un evento che incarna lo spirito "sbarazzino" del paese descritto nel 1948 da Gaetano Falzone
"Un tempo il Ballo della Cordella era eseguito dai contadini a Petralia Sottana e Soprana e a Polizzi a mietitura ultimata e oggi solo nel primo di questi comuni in speciali ricorrenze e in edizione 'assignurinata', cioè turistica.
Il ballo, che richiama arcaici riti agrari, viene eseguito al ritmo di una speciale musica detta 'di la curdedda' da dodici, ventiquattro, trentasei o più coppie.
Ciascuna di queste tiene un nastro di vario colore che penzola da un'asta centrale di due metri e cinquanta.
Le coppie, ballando sotto la guida di un 'capurali' che dirige la danza, fanno intrecciare i nastri, in modo da formare intorno all'asta un tessuto multicolore.
La regolarità dell'intreccio permette ai ballerini di sfilarlo con movimenti contrari a quelli eseguiti in precedenza, assicurando la completa esecuzione e la riuscita del ballo"
Antonino Buttitta così riassunse nel 1962 la storia e la dinamica del Ballo della Cordella, evento che ancor oggi si celebra a Petralia Sottana la prima domenica successiva al Ferragosto.
Nel suo carattere giocoso e colorato, il Ballo della Cordella sino al secolo XIX ha rappresentato una festa popolare priva di quel carattere folklorico che ne avrebbe distinto il successivo recupero, databile agli anni Trenta del secolo scorso.
Ancora ai nostri giorni, osservando la versione 'assignurinata' del Ballo, l'atmosfera festosa della manifestazione rimanda alla descrizione di Petralia Sottana e dei petralesi fatta da Gaetano Falzone, da datare con molta probabilità all'estate del 1947.
Ancora una vecchia edizione del Ballo della Cordella eseguito da dodici coppie di ballerini. Anche questa fotografia di Gaetano Armao è tratta da "Sicilia" del TCI, opera citata |
Le sue impressioni, riportate in un reportage pubblicato nel maggio del 1948 nella rivista del Touring Club d'Italia "Le Vie d'Italia", sono uno spaccato dell'ospitale e disinvolto clima sociale di questo paese delle Madonie, pur nei difficili anni del secondo dopoguerra:
"La gente è allegra e umana, smaliziata agli aspetti e alle forme della vita moderna, sì da rappresentare un gaio contrasto col grigiore monotono di tanti paesini siciliani dove regna ancora una solitudine scontrosa o un riserbo geloso.
Deve Petralia Soprana questa sua aria sbarazzina alle comitive frequenti di gitanti, ai gruppi numerosi di villeggianti, a tutta, insomma, una tradizione di aria salubre, di cibo sano, di panorami stupendi, di feste gioconde che hanno sempre richiamato da tante parti stuoli di visitatori.
Ricordo che quando giunsi la prima volta a Petralia, rimasi meravigliato per l'aria festosa che c'era nelle sue strade e si diffondeva anche fuori della città.
Appena buio, si ballava ovunque, non solo nella piazza del Belvedere, da cui l'occhio spazia in una vallata bellissima, e lo spirito se ne allieta, ma in ogni piazza, negli stradali si campagna vicini all'abitato.
Appena buio, si ballava ovunque, non solo nella piazza del Belvedere, da cui l'occhio spazia in una vallata bellissima, e lo spirito se ne allieta, ma in ogni piazza, negli stradali si campagna vicini all'abitato.
Non era ancora scoppiata la guerra, il grammofono si spostava da un luogo all'altro nella sera di agosto, che era fresca, di una freschezza che in Sicilia può ritrovarsi solo ad Erice"
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