sabato 7 marzo 2015

CAPO PASSERO, STORIA E LEGGENDA DEL "CALCAGNO D'EUROPA"

Richiami storici e del mito nella punta Sud-Orientale dell'isola, nel ricordo del corsaro Dragut e di Ulisse

L'isolotto delle Correnti con il forte di età spagnola,
sul lembo della costa siracusana bagnata dalle acque
del canale di Sicilia e dello Jonio.
La fotografia è di Mario Pedone ed è tratta dall'opera
di Federico De Agostini "Italgeo-Sicilia",
pubblicata nel 1965 da Bonetti Editore

"Ma passando per Scicli, per Ispica, strappate un indugio alla fretta, a vantaggio dei bei palazzi, delle cattedrali solenni, quindi proseguite di corsa verso Pozzallo e Pachino, dove il mare vi chiama.
Il mare d'Ulisse, con le tartarughe marine e gli uccelli di passo che fanno sosta sui fari in attesa del balzo d'oltremare.
Poiché qui siamo davvero veramente nel calcagno della penisola.
Qui, se dopo un esiguo guado d'acqua approdate in barca all'Isola delle Correnti, i pochi centimetri quadrati di sabbia che calcate sotto le scarpe sono veramente, stavolta, l'ultimo lembo d'Europa"

Si deve a Gesualdo Bufalino ( "Il fiele ibleo", Avagliano Editore, 1995 ) l'invito a visitare il vertice Sud-Orientale della Trinacria costituito da capo Passero e dall'isolotto delle Correnti, all'incrocio fra le acque del canale di Sicilia e lo Jonio.
Quest'ultima propaggine europea prima dell'Africa offre un intreccio di suggestione storica ed ambientale altrove cancellato nell'isola.
La natura del luogo - il fascino cioè di un paesaggio che racconta la millenaria storia locale -  così sorprese un cronista disincantato come Giuseppe Fava ( "I Siciliani", Cappelli Editore, 1980 ):
"Era la prima volta che io vedevo Porto Palo, questa punta estrema della Sicilia e mi apparve straordinaria".

Pescherecci sul tratto di mare
fra capo Passero e l'isolotto.
Anche questa fotografia è di Mario Pedone
e venne pubblicata nel II volume dell'opera "Sicilia",
edita nel 1962 da Sansoni e dall'Istituto Geografico De Agostini

Sulla sommità dell'isolotto delle Correnti - che secondo la leggenda vide veleggiare i marinai di Ulisse - le strutture di una fortezza ricordano l'assedio sostenuto nel 1526 con il corsaro Dragut.
Ancora oggi una scritta riportata nel 1701 in un architrave del forte ricorda l'orgoglio di quanti per secoli hanno difeso quest'angolo di terra e di mare:
"Melius est invidia urgèri quam commiseratione deplorari", è meglio suscitare invidia che implorare la commiserazione.     

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