Un "semenzaro" dietro la sua bancarella di semi e dolciumi nei giorni del Festino di Santa Rosalia. Le fotografie del post sono di ReportageSicilia |
Spingendo carrettini costruiti con l'ingegno dell'improvvisazione, c'è chi grida con ironia e con la promessa di trasparenza commerciale "pollanche, belle sono le pollanche: un euro, una pollanca"; e chi urla invece in faccia ad uno stranito turista inglese "mandorle: no dure, no dure", portando alla bocca indice e pollice e mimando il morso dei frutti ancora ricoperti dalla buccia verdolina.
I venditori di mandorle |
Poco distante, l'erede di generazioni palermitane di "semenzari" vende coppi di "càlia" ( ceci tostati ), "favi caliati" ( fave abbrustolite ), "nuciddi" ( nocciole ) e altre chincaglierie dolciarie, dall'aspetto e dai sapori antichi.
La grande pentola di "pannocchie o pollanche" |
Dinanzi la Cattedrale, intanto, lo storico chiosco di bibite e gelati è il punto di ritrovo di avventori che lungo corso Vittorio Emanuele attendono l'arrivo del carro di Santa Rosalia, ancora fermo poco dopo Porta Nuova; la donna che serve i clienti - occhi scuri e sguardo che fissa severo il fotografo - ha acconciato la nerissima capigliatura con una coroncina che ricorda la secolare iconografia della "Santuzza".
Venditrice nel chiosco di bibite dinanzi la Cattedrale |
Così, in uno spazio compreso fra l'angolo meridionale di villa Bonanno e l'incrocio con la via Matteo Bonello, l'ultimo Festino di Santa Rosalia ha riproposto le figure dei venditori ambulanti che da 391 anni fanno parte a pieno titolo - insieme al carro ed ai figuranti - dell'ambientazione di questo evento popolar-religioso.
La presenza di questi ambulanti, infine, è il segno sia pure colorito dell'antica arte di arrangiarsi che garantisce ancor oggi il sostentamento di migliaia di famiglie palermitane: "miracoli" di vita quotidiana ai margini dei fasti nei giorni del Festino.
La presenza di questi ambulanti, infine, è il segno sia pure colorito dell'antica arte di arrangiarsi che garantisce ancor oggi il sostentamento di migliaia di famiglie palermitane: "miracoli" di vita quotidiana ai margini dei fasti nei giorni del Festino.
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