lunedì 5 settembre 2016

IL "MOTO PERPETUO" PANTESCO IN UN REPORTAGE DEL 1968

Immagini e notazioni locali di Pantelleria nel resoconto del giornalista Enrico Nassi pubblicato nel giugno di 48 anni fa dal settimanale "L'Automobile"


Le grotte del porto di Scauri.
E' una delle fotografie di Pantelleria
pubblicate nel 1968 dal settimanale "L'Automobile".
Il periodico dell'ACI ospitò un reportage sull'isola
del giornalista Enrico Nassi

"A circa centodieci chilometri dalla costa siciliana e a settanta da quella africana, l'isola di Pantelleria, dall'alto, sembra vagamente una pera schiacciata ai poli.
Perciò, in gergo, i vulcanologi la chiamano 'specchio del mondo'; è d'un bruno brillante che giustifica l'appellativo di 'perla nera' del Mediterraneo, che risale ai pirati arabi del dodicesimo secolo.
Con trecento miliardi di lire gli scienziati ritengono di poterla trasformare in una zattera naturale per un gigantesco impianto atomico di desalinizzazione del mare col quale, al tempo stesso, produrre parecchi milioni di Kw di energia elettrica al modico prezzo di 5-6 lire a chilovattore.
Con molto meno ( circa sette-otto miliardi ) i tecnici del turismo sono convinti di poterne fare ( nel giro di un anno ) la roccaforte più esclusiva del turismo mondiale"

Per fortuna dei panteschi - e malgrado lo sfregio degli incendi dolosi di 800 ettari di vegetazione, lo scorso maggio - né gli scienziati né le multinazionali del turismo hanno finora realizzato i progetti riferiti nel 1968 dal giornalista Enrico Nassi.


Uno dei laghetti marini presenti
lungo le coste vulcaniche pantesche

Nassi - cronista politico de "Il Giorno", saggista e biografo - scrisse di Pantelleria in un reportage pubblicato il 30 giugno di quell'anno dal settimanale "L'Automobile", stampato da Arnoldo Mondadori per conto dell'Automobile Club d'Italia.
Ai suoi soci, la rivista diretta da Giovanni Canestrini ( autore pochi anni prima del più bel libro mai scritto sulla Targa Florio ) intese proporre "la scoperta delle coste sconosciute di Pantelleria".
Al testo di Nassi - intitolato senza troppa originalità "La perla nera del Mediterraneo" - si aggiunsero le fotografie senza attribuzione ora riproposte da ReportageSicilia.
All'epoca, questa terra lavica cominciava ad ospitare i primi flussi di turisti grazie all'entrata in servizio dei voli diretti dell'ATI con Palermo e Trapani.


Rocce a Punta Gadir

Da quegli anni lontani, Pantelleria non ha cambiato il volto di luogo dove la forza della natura - quella vulcanica e quella marina - ha impedito all'uomo di mutare il paesaggio e le abitudini dei suoi abitanti.
Troppo lontana dalla terraferma per attirare ed essere interessata al turista "mordi e fuggi", dominata dal variare dei venti e non addomesticata a concedere lembi di spiagge, Pantelleria ha così mutato di poco l'aspetto ed il carattere rispetto al periodo di quel reportage.   
L'articolo di Nassi, insieme alle informazioni turistiche, non mancò di aggiungere notazioni sulla vita quotidiana dei panteschi, a cominciare dal loro rapporto con le risorse idriche:

"Si stanno sforzando di tradurre in pratica un antico proverbio, 'aiutati che Dio t'aiuta', e costruiscono distillatori solari primitivi per raccogliere un pò d'acqua dolce.
Il sistema idrico isolano, comunque assicura a tutti una quantità sufficiente di acqua un pò salmastra, buona per tutti gli usi, ma non per bere.
L'acqua potabile viene trasportata a spese dello Stato ( e costa 17.000 lire al metro cubo ) e ovviamente distribuita in modo che non ne vada perduta una goccia"


Il faraglione di Cala Levante



Nassi fornì quindi altre notizie sui costi dei trasporti e degli alloggi, introducendole con una prima citazione di un viaggiatore "eccellente"

"D'una bellezza agghiacciante ( come l'ha definita lo scrittore americano Truman Capote ), Pantelleria - scrisse Enrico Nassi - lascia un'inestinguibile nostalgia, come l'Africa - e l'ha dichiarato l'83 per cento dei turisti che l'anno scorso hanno risposto ad un questionario.
La maggior parte di essi era giunta per aereo.
In effetti, l'aereo è il mezzo migliore: c'è un volo giornaliero da e per Palermo ed un altro da e per Trapani; e le due città siciliane, a loro volta, sono ben collegate con i centri nazionali ed internazionali.
Da Roma, andata e ritorno, si spendono 44.490 lire; da Milano, 78.000 lire.
Suggestivo è anche l'itinerario via mare: cinque ore e mezzo di piroscafo, due ore e mezza in aliscafo ( il passaggio è 1.750 lire ).
L'isola è ben attrezzata per il noleggio delle auto, anche se le strade sono tutt'altro che buone: ad eccezione della perimetrale, infatti, tutte le altre somigliano a profonde unghiate tra le rocco di natura vulcanica.
Le trattorie sono poche e non eccessivamente care.
Più sostenuti, invece, i prezzi degli alberghi.
La pensione completa, d'estate, oscilla tra le cinque e le seimila lire.
Comunque, ci sono soluzioni anche più divertenti che sono molto economiche: come quella di affittare un 'ddammusu'"


La costa coltivata a vigneti di Punta Fram


Il giornalista de "L'Automobile" infine descrisse il carattere dei panteschi - assai diverso da quello attributo generalmente ai siciliani - e l'importanza dei circoli come elemento di socializzazione all'interno delle varie contrade.


La costa di Punta Spadillo
in uno "still life"
che sottolinea il nero della roccia vulcanica

Questa parte del reportage gli offre l'occasione per ricordare i giudizi di altri due visitatori famosi dell'isola:

"Pantelleria è un'isola di grande e spontanea civiltà: pur essendo storicamente ed economicamente legata alla Sicilia, il costume ha avuto un'evoluzione propria per la cui apertura è fonte di sorpresa a chi vi sbarca per la prima volta.
Ciò non dipende dal contatto con le correnti turistiche più evolute, ma da tradizioni antichissime, come quella, per esempio, dei 'club':
sin dal mille, stando ad una storia popolare dell'isola, i contadini e i pescatori dell'isola uniscono i risparmi per l'acquisto di un 'ddammusu' in cui riunirsi per ballare, giocare a carte, festeggiare avvenimenti lieti.
Tra i turisti e i panteschi non c'è alcun diaframma.
Diceva Aldous Huxley, 'mai mi sono sentito a casa mia come nella piccola isola di Pantelleria'.
Le attrattive non sono solo sulle coste, tra le più belle d'Italia, ma anche all'interno e di un colore mai stabile e definito, ma mutevole non solo per il corso del sole, ma per lo stesso mutar di posizione.
Diceva in proposito Cartier Bresson, 'la più bella foto le fa torto'.
La foto, infatti, è immobile e Pantelleria è invece un caleidoscopio in moto perpetuo..."





  

  

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