mercoledì 9 agosto 2017

LA SPAZZATURA METAFORA DELLE TARE DELL'ISOLA

Marciapiede in una strada
del centro storico di Palermo.
Le fotografie del post sono
di ReportageSicilia
Dello scarso senso civico dei palermitani sul tema dei rifiuti ha avuto modo di scrivere pure Goethe nel suo celebrato "Viaggio in Italia":

"Questa via ( Vittorio Emanuele, n.d.r. ) per lunghezza e bellezza, non la cede al Corso di Roma.
A destra e a sinistra vedo dei marciapiedi, che ogni proprietario di magazzino o di officina mantiene puliti a furia di scopare gettando tutta l'immondizia nel mezzo della via; ma questa naturalmente diventa sempre più sudicia e finisce col restituirvi, ad ogni soffio di vento, il sudiciume che vi avete accumulato"
( da "Viaggio in Sicilia", Edi.bi.si, Palermo, 2000 )

A suffragare la fama di questa radicata piaga cittadina concorre poi la voce popolare: quella secondo cui le braccia protese ad altezza di vari metri della statua di Carlo V - in piazza Bologni - indicano il livello di spazzatura a Palermo.
Oggi la città - finiti i tempi in cui, cinquant'anni fa, i vecchi autobus dell'Amat furono utilizzati per il trasporto straordinario dei rifiuti - comincia timidamente ad apprendere la pratica della raccolta differenziata.
L'iniziativa coinvolge al momento pochi quartieri residenziali.
In altre zone , specie quelle periferiche, il cassonetto continua ad essere il contenitore di ogni specie di rifiuto, soprattutto se trasbordante e proveniente dalle cucine di pub, ristoranti e negozi.
Continua poi ad avere largo seguito l'abitudine di considerare la strada il luogo ideale per scaricare materassi, frigoriferi o altri oggetti domestici; o di considerare le aiuole come cestini dove buttare cartacce, bottiglie ed ogni altro genere di conforto per il passeggio.
La spazzatura in strada a Palermo ed in molti luoghi della Sicilia è così metafora dei mali dell'Isola e dei suoi abitanti, a cominciare da quello dello scarso senso del bene collettivo: una tara che trae origine negli ultimi decenni anche dall'esempio di inettitudine della classe politica regionale e locale, incapace di governare per il bene pubblico.




In questo senso, c'è poca differenza tra l'inciviltà del deputato regionale che diserta le sedute del parlamento ( senza perdere un euro del suo lauto stipendio ) e quella del cittadino che butta i rifiuti in strada.
Così, Roberto Alajmo ha efficacemente illustrato la piaga di un atteggiamento che costituisce anche il fondamento di quell'orribile bruttezza che è la mafia:
 

"Anche per godere della bellezza più recondita - si legge in "L'arte di annacarsi, un viaggio in Sicilia", Edizioni Laterza, 2010 - è necessario immergersi in quell'abisso che è la Sicilia.
Non si può fare a meno di ravvisare la bruttezza diffusa, il sistematico disprezzo per gli spazi comuni, l'incapacità delle persone anche migliori di fare rete e porre rimedio a queste distorsioni.
Viaggiare attraverso la Sicilia significa sporcarsene.
E si tratta di uno sporco persistente, di quelli più difficili da trattare"


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