giovedì 11 ottobre 2018

LE IDENTITA' TRAPANESI SECONDO SIMONE GATTO

Tramonto a Trapani.
Le fotografie sono di ReportageSicilia
Nato nel gennaio del 1911 a Montemaggiore Belsito, nel palermitano, Simone Gatto è ricordato con Ferruccio Parri per essere stato uno dei promotori della commissione parlamentare antimafia.
L'esponente socialista ebbe un forte legame personale con Trapani e la sua provincia, dove trascorse gli anni della formazione scolastica.
Ritornato da Roma, proprio a Trapani nel 1944 Simone Gatto fu tra gli esponenti locali del Partito d'Azione; nell'ottobre di tre anni dopo avrebbe aderito al PSI, raggiungendo posizioni da dirigente a livello provinciale e partecipando alle lotte contadine.
L'impegno politico lo avrebbe portato a candidarsi alle elezioni politiche del 25 maggio 1958 nel collegio senatoriale di Trapani-Marsala: fu eletto con largo suffragio di voti e rieletto, nello stesso collegio, nel 1963.
Questa breve premessa biografica spiega la profonda conoscenza di Simone Gatto della realtà sociale di Trapani.
Furono proprio questi rapporti personali e politici a permettergli di tracciare un acuto profilo del carattere di Trapani e dei trapanesi.


Colloqui trapanesi
L'intervento apparve nel 1961 sul II volume dell'opera "Sicilia" edita da Sansoni e dall'Istituto Geografico De Agostini.
Dopo avere ricordato l'origine fenicia di "Drepanon" e la forte presenza di una comunità ebraica, Gatto scrisse:

"Tutto fa pensare che l'apporto maggiore alla formazione del ceppo etnico non sia quello comune del resto comune dei siciliani ( elimo-siculo-ellenico ), ma quello semitico comune ai Fenici quanto agli Arabi.
Peraltro nei secoli successivi, dagli anni in cui le Crociate ne fanno una vera città, Trapani ha scarsi rapporti con il suo retroterra e sempre più intensi scambi con tutto il bacino del Mediterraneo.
Città in un certo senso 'franca', a cui Carlo V riconosce speciali privilegi, giurando su di essi nella chiesa-parlamento di Sant'Agostino, trapani è ricordata con maggiore frequenza nelle guerre dei barbareschi che in quelle a cui partecipa l'isola nel contesto europeo.
Non di rado trapanesi, catturati dai 'turchi', divennero capi dell'armata barbaresca di Tunisi e viceversa capitani tunisini o algerini, prigionieri convertiti o no, si assimilarono alla marineria trapanese.
Del resto risulta dagli atti notarili che sino ai primi dell'Ottocento in ogni casa agiata di Trapani v'erano schiavi africani, che non di rado acquistavano in qualità di liberti, piena cittadinanza.


Mascherone della fontana di Saturno,
nel centro storico di Trapani
L'altro legame, quello con il continente europeo, è assicurato dalla comunanza di scambi e di interessi con Genova.
La strada di rappresentanza, insigne di monumenti barocchi, è la 'loggia dei genovesi', ancor oggi denominata nell'uso corrente 'la Loggia' e quasi mai con il nome imposto dopo il 1860, di corso Vittorio Emanuele.
E la cattedrale porta, come a Genova, il nome di San Lorenzo.
Ancor oggi il trapanese ha fama di avere negli affari le stesse qualità del genovese: scrupolosa correttezza e, diremo con riguardoso eufemismo, il senso spiccato del risparmio e del guadagno.
Tali ricorsi alla storia riteniamo siano più utili di ogni altra cosa a intendere la fisionomia di questa città, difficilmente assimilabile al modulo schematico comune al resto della Sicilia"




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