martedì 15 ottobre 2019

POTERE RELATIVO E POTERE DELLA MAFIA NELLA PALERMO DI COLLURA

Via Cappuccinelle,
all'interno del quartiere del Capo, a Palermo.
Fotografia di Ernesto Oliva-ReportageSicilia

"Palermo, come Napoli, come Bombay e Calcutta - ha scritto Matteo Collura in "Palermo" edito da Bruno Leopardi Editore ( 1999 ) - è città che costringe i suoi abitanti più poveri ad adattarsi a forme di vita altrove impensabili.
Una di queste, come ho già detto, è l'invisibilità; un'altra è l'orgogliosa ostentazione dell'indifferenza di chi troppo ha visto e tutto sa.
E' per questo che la fierezza dei suoi abitanti non ha limiti.
Tutto, visto dai quartieri popolari di questa città, è relativo, potere compreso, sia esso incarnato da un viceré, sia esso rappresentato da un deputato o un cardinale.
Se il potere ha il volto di un mafioso, allora il discorso cambia, perché in questo caso non si tratta di un potere usurpato, ma di qualcosa che naturalmente s'incarna in qualcuno del popolo, venendo a generare livelli di violenza bestiali"

1 commento:

  1. Forse a spiegare l'indifferenza o l'orgoglio di chi tutto sa è dovuto al fatto che il potere usurpato e quello mafioso incarnato da chi che sia non è diverso da qualsiasi crimine atto a giustificare i mezzi.. Il problema è storico, dai tempi dei fenici, passando per Greci e Romani noi Siciliani siamo stati sempre in balia di altri poteri, fino alla storia più recente del nostro passato, Arabi, Normanni, Spagnoli, francesi, la mafia ecc.. ecc.. Ecco l'indifferenza di chi tutto sa. Alla fine quando la Sicilia Saprà partorire un leader capace di rendere la nostra gente davvero padrona del suo destino, unita, cosciente del patrimonio culturale e dei potenziali economici, forse potremmo liberarci del fardello di tutte le patetiche vicende che avvolgono la nostra recente storia.

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