venerdì 14 agosto 2020

STRETTO DI MESSINA, FRA I TANTI PROGETTI ANCHE UNA TELEFERICA SOTTOMARINA

Attraversamento dello Stretto di Messina su un traghetto.
La fotografia è di Patrice Molinard
ed è tratta dall'opera "La Sicile"
edita nel 1955 a Parigi da Del Duca per la collana
"Couleurs du Monde"

L'argomento torna di attualità di tanto in tanto, come un logoro esercizio di discussione su un tema che ha finora prodotto costosissime consulenze e progetti, annunci e pareri di primi ministri, ministri e sottosegretari di tutti i partiti e movimenti succedutisi sulla scena politica italiana dell'ultimo mezzo secolo.
Parliamo ovviamente del ponte sullo Stretto di Messina: cinque parole messe in fila, che, l'una dopo l'altra, designano una mitologica ed astratta presenza edilizia sul tratto di mare - nel punto più stretto, appena 3416 metri - che separa la Sicilia dal resto d'Italia.
L'ultima dissertazione sul tema ha rilanciato la possibilità di creare il collegamento tramite un tunnel sottomarino, soluzione già più volte prospettata in passato.
In attesa di una prossima riproposizione del tema "ponte sullo Stretto di Messina", si può ricordare che l'argomento del collegamento fra Sicilia e Calabria ha prodotto anche il singolare progetto di una complessa  teleferica subacquea.
Accadde durante gli anni della seconda guerra mondiale, quando le esigenze strategiche spinsero il regime fascista a progettare in tutta fretta un'opera rimasta anch'essa sulla carta:

"La necessità urgente e assoluta di unire l'Isola al Continente per motivi bellici - si legge in "L'attraversamento elettrico dello stretto di Messina" della Società Generale Elettrica della Sicilia ( Libreria DEDALO, Roma, 1958 ), spinse allora le autorità militari a tentare un collegamento subacqueo di carattere teleferico.
Detto collegamento venne studiato dal prof.Zignoli e rappresenta una soluzione quanto mai originale di un problema bellico.
il collegamento fra le due sponde sarebbe stato effettuato fra punta Pezzo e Ganzirri, in prossimità della soglia, mediante una teleferica subacquea dotata di una fune traente continua chiusa ad anello, sostenuta a profondità adatta da tanti piccoli sommergibili dotati di riserva di spinta sufficiente a mantenere i due rami a profondità diversa per evitare intralci e abbastanza forte per evitare l'avvistamento da parte degli aerei.


Prima dell'immersione era prevista la pesatura dei vagoncini sommergibili per assicurare ad essi la riserva di spinta calcolata tarando il loro peso con aggiunta d'acqua.
Avviato poi il vagoncino sulla rotaia di agganciamento, esso si sarebbe immerso con questa fino a raggiungere la traente alla quale si sarebbe agganciato automaticamente; con procedimento inverso, sarebbe emerso sull'altra sponda.
Il progetto fu studiato in tutti i dettagli, ma non venne eseguito per il precipitare degli eventi bellici..." 


   

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