Un anno dopo - il 30 luglio del 1950 - lo scrittore, saggista, drammaturgo e giornalista di Polizzi Generosa riprese la collaborazione con il "Corriere della Sera", già portata avanti a partire dal 1910 dopo una precedente esperienza con il quotidiano torinese "La Stampa".
Per Borgese, che alla sua morte Eugenio Montale definì "un maestro della terza pagina", l'attività giornalistica fu un complemento essenziale all'attività letteraria: lo scrittore madonita definì infatti il giornalismo come una pratica "necessaria nella società contemporanea".
Nell'articolo che fece segnare il ritorno della sua firma sul "Corriere della Sera" - intitolato "Accenti" - Borgese rievocò l'ambiente delle Madonie, così sottolineando le differenze di costume fra Petralia Soprana e Petralia Sottana:
"La Soprana, più alta perfino di Polizzi ( cagione di geloso cruccio, benché sottaciuto, nell'animo di questa ), quasi blu in lontananza, poteva ancor parer chimerica, incastellata nel cielo. Ma del tutto terrestri e concreti - o, come oggi si direbbe, socio-economici - erano i motivi che facevano della Sottana, più piana nel suo nido di sassi, se ricordo bene, rossigni, la comunità più ragguardevole di tutta la contrada, quale pioniera sulle vie del progresso civico e tecnico.
Aveva perfino, se ricordo bene, un pastificio meccanico, perfino una locanda con bagno. Le sue donne, di vestito più disinvolto e di passo più svelto, lodavano la loro città, quando la gloria di New York era ancora in fieri, come la piccola Parigi delle Madonie..."
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