La costruzione dell'autostrada Palermo-Catania in uno scatto di Josip Ciganovic dal belvedere di Polizzi Generosa. Opera esposta al Comune di Petralia Sottana |
Viaggiare lungo le autostrade isolane, rallentate da infiniti cantieri e rese insidiose da viadotti sconnessi e gallerie mal illuminate: un'esperienza affrontata con rassegnazione dai siciliani e con incredulità dai viaggiatori stranieri. Eppure, oltre le malmesse corsie d'asfalto che percorrono la regione da Mazara del Vallo a Messina, da Palermo a Catania, da Catania a Siracusa, gli sguardi dei guidatori possono scorgere paesaggi e testimonianze della presenza umana che raccontano l'intima storia dell'Isola. Lungo i tratti più deserti dell'autostrada Palermo-Catania - quelli delle alte colline delle Madonie e delle vallate a perdita d'occhio del nisseno - si vorrebbe trovare una strada di uscita: un via di fuga verso contrade punteggiate da vecchi casolari, da fitte macchie di alberi, da rocce dalle forme bizzarre e misteriose.
Dei paesaggi isolani attraversati dalle autostrade ha scritto Gesualdo Bufalino, con una considerazione che rimanda alla inspiegabile attitudine dei siciliani a deturpare i luoghi della propria bellezza:
"Bellezza e silenzio - considerò nel 1990 in "Saldi d'autunno" ( Bompiani, Milano ) - esistono dunque ancora nell'isola: nei tavolati, nei bivieri, sulle sponde delle fiumare; nei borghi di cui s'incappellano i cocuzzoli montani e i cui mucchi di dammusi si osservano all'orizzonte o s'indovinano dai lumi, attraversando l'isola da Catania a Palermo, chi levi il capo un momento dal monotono nastro d'asfalto per interrogare il mistero di una Sicilia che gli s'invola.
Sì, perché a questo punto è lecito chiedersi se i rettilinei delle autostrade non siano in qualche modo provvidenziali, quando spingono avanti alla cieca il viaggiatore indiscreto, distraendolo dai santuari più intimi ( valli, baie, contrafforti boschivi ), ch'egli spargerebbe altrimenti di carta straccia e barattoli vuoti..."
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