Una delle due vasche laterali dell'abbeveratoio della SS.Trinità, a Geraci Siculo. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
La statale 286 che collega in 22 chilometri Castelbuono a Geraci Siculo è una della più godibili strade delle Madonie; attraversa, sinuosa e con ampie viste che in alcuni tratti inquadrano il Tirreno, un paesaggio dominato da una ricca vegetazione, in cui predominano ulivi spesso secolari, frassini e mandorli. Appena superato il versante Sud dell'abitato di Geraci Siculo, si ammira un monumentale bevaio, denominato della SS.Trinità in ricordo di una piccola chiesa che esisteva nelle vicinanze almeno a partire dal secolo XI. Luogo di incontro per proprietari di mandrie e di altri animali essenziali per la conduzione delle attività agricole, questo abbeveratoio - realizzato in pietra da taglio dal napoletano Pietro Tozzo - risale agli ultimi anni del secolo XVI.
Uno dei mascheroni dell'abbeveratoio della SS.Trinità a Geraci Siculo. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
La costruzione vanta una lineare razionalità architettonica, sottolineata da due torrette cuspidate e dai merli a coda di rondine. Spiccano i quattro mascheroni attraverso i quali l'acqua si riversa sulle due vasche laterali dell'abbeveratoio ed i simboli araldici del Città di Geraci Siculo e della famiglia Ventimiglia. Lo storico impianto idraulico è tuttora attivo ed in buone condizioni strutturali, a testimonianza della ricchezza di risorse idriche del territorio geracese che nei pressi di alcuni torrenti conserva le tracce di vecchi mulini.
Una visione d'insieme dell'abbeveratoio. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
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