Suore su una scalinata ad Erice. Fotografia di Franz Tomamichel, opera citata nel post |
"... Erice non è una città nella quale si debbono cercare ad uno ad uno i monumenti artistici. Essa tutta è un monumento dei tempi passati. Con la ciclopica parte inferiore delle sue mura, con le sue severe case troppo strette addosso alla strada, con i suoi angusti vicoli contorti e con le sue scalinate, con le sue chiese ed i suoi palazzi, essa è un testimonio muto d'antica grandezza... Dappertutto qualcosa ci afferra sempre di nuovo: l'atmosfera di un tempo passato, che qui si è rinchiusa su se stessa, l'ambiente di questa cittadina che, con mura, torri e porte, con chiese, case e giardini di secoli remoti, penetra nel mondo odierno. Nessun pezzo da mostra, come ad esempio San Gimignano, ma il coronamento di pietra dell'antico monte sacro: ora silente nella sua ricchezza di tradizioni. E v'è una sola cosa veramente importante, oggi: la visione dalle sue mura, dal castello Pepoli, giù verso la parte nord-occidentale dell'isola, Trapani illuminata da bianche saline, le isole Egadi ad ovest, il Capo San Vito proteso verso nord, con il suo faro e, davanti ad esso, il monte Cofano sul quale anche nei giorni più sereni sventolano bandiere di nubi; poi il panorama della costa occidentale giù fino a Marsala il cui vino ci par di gustare sulla punta della lingua..."
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