mercoledì 17 maggio 2023

I "CURDARI" E LA PRATICA DI SCRUTARE IL CIELO

Conclusione della lavorazione 
di una corda di canapa.
Fotografia tratta da 
"Le forme del lavoro. Mestieri tradizionali di Sicilia",
opera citata nel post


Da molti decenni le fibre sintetiche hanno fatto quasi del tutto scomparire in Sicilia la figura del cordaio specializzato nella manifattura delle corde di canapa. In molti centri del Belìce, ancora agli inizi degli anni Sessanta dello scorso secolo operavano alcune botteghe di cordai, i "curdari" o "cannavari": artigiani capaci di gestire il loro lavoro ed il loro sapere in stretto rapporto con l'ambiente circostante e con le condizioni del tempo.

"La bottega - si legge in "Le forme del lavoro. Mestieri tradizionali di Sicilia" ( Quaderni del "Servizio Museografico" della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo, S.T.ASS, Palermo, 1986 )  - era in realtà un magazzino, più o meno ampio, ma l'ambiente di lavoro vero e proprio era la strada, la piazza o il cortile, qualsiasi spazio aperto sufficientemente esteso in lunghezza da consentire di stendere i fili, d'intrecciarli e di ritorcerli. Alcuni artigiani preferivano lavorare in piena campagna, all'ombra degli alberi di olivo o tra i filari delle vigne. Restava per tutti la precarietà di un mestiere affidato agli umori del cielo che, soprattutto durante le stagioni più fredde, veniva scrutato ogni giorno ai primi chiarori, per accertarsi che valesse la pena portare fuori strumenti e materiali. La pioggia, infatti, era la preoccupazione quotidiana del cordaio: se pioveva, il lavoro s'interrompeva e si complicava. I fili "arriddàvanu" e si "nturciuniàvanu", bisognava aspettare il sole e poi stirarli ad uno ad uno attaccandone le estremità ai paletti di legno ( e non di ferro, come di solito, per evitare formazioni di ruggine ) piantati a terra. Finché i filati non erano completamente asciutti e rigidi ( "tranti" ), non potevano essere intrecciati. In estate, quando ridotti sono i rischi delle piogge e più lunghe le ore di luce, l'attività del cordaio registrava, invece, una sensibile accelerazione di ritmi con notevole incremento di produzione..."  

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