mercoledì 11 ottobre 2023

IL MEDIOEVO "ATEMPORALE" DEL CASTELLO DI SPERLINGA

Il castello di Sperlinga.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia
sono di Enzo Sellerio ( opera citata nel post ) 


Tra le infinite peripezie vissute dai castelli medievali siciliani, si contano anche quelle dell'utilizzo non infrequente del loro originario materiale di costruzione in epoche successive. Accadde agli inizi del Novecento almeno in tre castelli: quelli di Pietraperzia, di Montalbano Elicona e di Sperlinga, quest'ultimo attestato a livello documentario - ha notato Ferdinando Maurici - solo a partire dal secolo XIII.

"A Sperlinga - scrisse Gioacchino Lanza Tomasi in "Il castello di Sperlinga" ( rivista "Cronache Parlamentari Siciliane", novembre 1967 ), un reportage accompagnato dalle fotografie di Enzo Sellerio - dalla demolizione del 1914 si è salvato soltanto il primo corpo del castello, mentre tutte le fabbriche del lato ovest, che proseguivano sul ciglione facendo una cortina continua, vennero spianate al suolo e furono interrati gli ambienti sottostanti scavati nella roccia. Soltanto le mura della chiesetta interna vennero risparmiate, ma oggi è anch'essa crollata, e le finestre cinquecentesche con stipiti intagliati ... giacciono in frammenti abbandonate al suolo in una delle grotte artificiali dell'ala est. 

Eppure anche dopo le devastazioni recenti il castello non ha potuto perdere le sue qualità poetiche, insite nella natura stessa del masso sul quale s'inseriscono le fabbriche militari. La rocca grigia di tufo compatto si eleva di circa 70 metri dal piano campagna a guisa di muraglia, aspetto conferitole dalla forma di scafo della pianta lunga alla base quasi cento metri ed al centro non più larga di quindici. Alla rupe, con due ripiani principali sulla quale è piantata la fortezza, si accedeva da sette scale intagliate nella roccia di cui si osservano qua e là tracce disperse. Due scale più larghe portavano da est ad ovest allo spiazzo su cui prospetta la facciata principale della fortezza, da qui una rampa più ripida conduce al portale ogivale guardato un tempo da un ponte levatoio... 



... E' difficile individuare nelle attuali rovine del castello elementi di età normanna, anzi va detto che esso si presenta in una tale nudità ornamentale da appartenere ad un medioevo atemporale, nel quale è possibile datare con approssimazione soltanto la finestra a bifora della facciata assegnabile al tardo Trecento... in un disordine apparente delle tecniche costruttive che allude alla presenza umana protrattasi nei secoli senza intelligenza pianificatrice: si immagina l'uomo abbarbicato quanto queste pietre sconnesse alle pareti di roccia..."    

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