mercoledì 19 giugno 2024

LA MONTAGNA TAGLIATA A FETTE DALLA MAFIA A TERRASINI

Il cantiere di costruzione 
dell'autostrada Palermo-Mazara del Vallo
nei pressi di Terrasini.
Foto tratta da opera citata nel post


Tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta dello scorso secolo, la costruzione dell'autostrada che da Palermo conduce sino a Mazara del Vallo comportò inevitabili danni ambientali e non contrastate ingerenze mafiose nella scelta del percorso e nella gestione degli appalti: affari denunciati all'epoca soprattutto da Peppino Impastato, insieme a quelli legati alla costruzione della terza pista trasversale del vicino aeroporto di punta Raisi. Sulla rivista "Il Mediterraneo", edita nel settembre del 1973 a Palermo dalla Camera di Commercio, venne pubblicata una "foto notizia" in cui si dava conto delle proteste dell'allora sindaco di Terrasini Claudio Catalfio per la devastazione di una vasta area di monte Palmeto. A causare il dissesto, l'attività di una cava di sabbia silicea e pietrame in contrada Ramaria utilizzata anche per la costruzione dell'autostrada e di proprietà dei fratelli Calogero e Girolamo D'Anna, in seguito condannati per mafia e destinatari di un provvedimento di confisca della stessa cava ( negli anni successivi destinata ad incontrollata discarica di rifiuti di origine edilizia ed industriale ). 

"La montagna a fette: è quella che sorge nella zona di Terrasini - si legge nel testo che accompagna la fotografia - e che sta scomparendo poco a poco, per mettere insieme gli ottocentomila metri cubi di materiale necessario per la costruzione di una parte dell'autostrada Punta Raisi-Mazara del Vallo. Terrasini, negli ultimi anni, si è affermata come un centro residenziale. 



Non è stata una trasformazione indolore, perchè gli insediamenti sono stati caotici e una parte del paesaggio è stato irreparabilmente guastato dal cemento armato. Perdere anche una montagna sarebbe però un colpo durissimo e si capisce così la reazione del sindaco, Claudio Catalfio, che ha lanciato un appello "alle autorità" ( ma quali? ) perché intervengano"

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