Alcune delle fotografie riproposte dai post di
ReportageSicilia – soprattutto quelle tratte da vecchi libri del TCI - portano
la firma di Ezio Quiresi.
Nato nel 1925 a Cremona, dopo un’esperienza di lavoro in
fabbrica in Svizzera, nel 1950 Quiresi acquistò la sua prima macchina
fotografica – una Voigtlander Bessa 6x9 – con la quale iniziò a fotografare
come amatore le rive del Po e le campagne cremonesi.
Saranno quegli scatti a fargli vincere i primi premi
locali, facendolo approdare nel 1953 al Salone Internazionale di Venezia.
Due anni dopo, ricevette l’incarico dal Comune di
Cremona di documentare le vacanze dei bambini in colonia; nel 1957 – dopo avere
ricevuto il riconoscimento di Artista dalla Federazione Internazionale di Arte
Fotografica - iniziò infine quella collaborazione professionale con il Touring
Club Italiano documentata appunto anche da ReportageSicilia.
Una fruttivendola del mercato palermitano della Vucciria, nel 1960. Quiresi è noto per le sue fotografie commissionate dal Touring Club Italiano e pubblicate sulla collana "Attraverso l'Italia" |
L’opera successiva di Quiresi si legherà alla
pubblicazione di libri fotografici per Garzanti, De Agostini, Utet, Mondadori
ed Electa.
Le immagini siciliane di Ezio Quiresi rientrano
dunque in quell’opera di reportage svolta dalle Alpi sino ai mercati popolari
di Palermo, nell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta.
Le fotografie riproposte in questo post da ReportageSicilia fanno parte di quel periodo e sono tratte dal saggio ‘Donne-Il lavoro femminile in Italia nel Dopoguerra in 80 fotografie’.
Le fotografie riproposte in questo post da ReportageSicilia fanno parte di quel periodo e sono tratte dal saggio ‘Donne-Il lavoro femminile in Italia nel Dopoguerra in 80 fotografie’.
L’opera è stata edita nel 2006 da Monte Università
Parma Editore ed offre un riassunto dell’archivio di scatti che Ezio Quiresi
dedicò alle donne italiane.
“E’ un libro sull’Italia senza fili elettrici dell’alta tensione, senza autostrade e senza tutta la modernità che ha cambiato il volto del nostro Paese”, scrive Guido Conti nella prefazione.
“E’ un libro sull’Italia senza fili elettrici dell’alta tensione, senza autostrade e senza tutta la modernità che ha cambiato il volto del nostro Paese”, scrive Guido Conti nella prefazione.
Le donne siciliane ritratte nel volume – quella in
groppa ad un asino con un bambino alle spalle su una trazzera nei pressi del
castello di Mussomeli, o quelle con le tinozze del bucato a Marineo, o, ancora,
le venditrici del mercato popolare della Vucciria – sono accostate alle
contadine delle campagne bellunesi ed astigiane, alle vendemmiatrici gardesane
od alle mondine di Pavia.
Due donne ed un bambino fotografati a Marineo, lungo la strada che conduce a Corleone. L'immagine di Quiresi porta il titolo "Bucato a Marineo" ed è datata 1960 |
Sono fotografie che documentano momenti di duro
lavoro, di fatica sui campi o in piccole fabbriche o nei mercati popolari; non
mancano poi neppure scatti che ritraggono gesti di incombenze private, specie
quelli dedicati ai bambini.
Le donne di Quiresi, insomma, si rivelano
protagoniste della società italiana e siciliana, in anni in cui il loro ruolo
era generalmente riconosciuto e limitato al semplice supporto familiare e
domestico.
Lo sguardo documentario di un cremonese formatosi
tra i paesaggi e la gente del Po, riuscì a cogliere anche in Sicilia quella
realtà di impegno femminile non sempre avvertito da altri contemporanei osservatori
dell’isola.
Nel Quiresi “siciliano”, infine, non manca neppure – come nel caso della donna ritratta al mercato di Caltanissetta – la scoperta di quei caratteri mediterranei, simili a quelli raccontati negli stessi anni in Andalusia da Fulvio Roiter.
Nel Quiresi “siciliano”, infine, non manca neppure – come nel caso della donna ritratta al mercato di Caltanissetta – la scoperta di quei caratteri mediterranei, simili a quelli raccontati negli stessi anni in Andalusia da Fulvio Roiter.
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