giovedì 6 settembre 2012

PUNTA RAISI, LA PISTA DELLE CAVERNE

Le piste dell'aeroporto palermitano di punta Raisi,
inaugurato nel gennaio del 1961.
Fra le molte oscure vicende che accompagnarono la scelta del sito per la costruzione dello scalo aereo, figura anche quella della presenza di due vaste grotte nella zona dell'aerostazione e della torre di controllo.
Il cemento coprì ogni traccia delle caverne,
un tempo rifugio di pastori e greggi.
Fotografia di ReportageSicilia 

Bisognerà scriverla bene e tutta, la storia figura della costruzione dell’aeroporto palermitano di punta Raisi. L’opera venne progettata a partire dal 1954, ed è noto solo nei suoi contorni lo scontro politico ed affaristico-mafioso che giustificò la querelle circa la scelta finale del sito, fra la piana di Bagheria e punta Raisi; quest’ultima località alla fine prevalse nella preferenza di Stato e Regione, malgrado l’inadeguatezza delle condizioni di volo e le ingerenze negli appalti della mafia di Castellammare del Golfo, Carini e Terrasini ( un interesse legato anche all’utilizzo dello scalo aereo per il trasporto di droga da e per gli Stati Uniti ).
Fra le pieghe delle tante contraddizioni in cui nacque l’impianto di punta Raisi – entrato in funzione nel gennaio del 1961 – vi è anche la storia delle due vaste caverne sulle quali venne gettato il cemento della pista di rullaggio.

Un atterraggio a punta Raisi sulla punta del Mulinazzo.
In passato, la presenza delle grotte al di sotto della pista di rullaggio è stata ricordata da avvallamenti e piccoli cedimenti, causati dal peso dei jet.
La fotografia è di ReportageSicilia
 
Già ben prima della progettazione dell’aeroporto, le grotte – ubicate ad Est della vecchia aerostazione e della torre di controllo - erano conosciute dai pastori della zona, che vi ricoveravano le loro greggi. Altrettanto note avrebbero dovuto essere anche ai tanti tecnici incaricati di svolgere i sopralluoghi che anticiparono l’avvio dei cantieri; la presenza delle vaste cavità tuttavia non fermò i lavori, salvo poi riproporsi – come nel gennaio del 1972 - con periodici cedimenti del piano di rullaggio, causati dal transito dei pesanti jet.
Delle due grotte di punta Raisi oggi non c’è più traccia visibile.
Rimane invece quasi integra un’altra grande cavità – la grotta dello Zubbio o Biondo - riscoperta nel maggio del 1980 duranti i lavori per la costruzione degli svincoli di accesso all’autostrada per punta Raisi e Mazara del Vallo, nei pressi di Villa Malatacca.
La caverna – già nota nel Settecento ed ispezionata in parte nel 1932 da un ingegnere ungherese, Aspel Kirner – offre lo spettacolo di coloratissime stalattiti e stalagmiti a piramide, a colonna e drappeggiate: un monumento della natura poco o per nulla noto ai palermitani, ma che almeno non ha subìto quelle colate di cemento che hanno invece cancellato le grotte di punta Raisi.

Un'immagine della grotta dello Zubbio o Biondo, più volte "riscoperta" nel corso dei secoli nell'attuale zona dell'ingresso dell'autostrada
Palermo-punta Raisi-Mazara del Vallo.
La spettacolare caverna è stata salvata dalle ruspe durante i lavori di costruzione degli svincoli che conducono
in direzione dell'aeroporto palermitano.
La fotografia è tratta dal saggio di Pietro Todaro "Il sottosuolo di Palermo", edito da Libreria Dario Flaccovio nel 1988
 
 

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