mercoledì 30 gennaio 2013

L'ULTIMO VIAGGIO DEL PESCE SPADA

Un pesce spada ed un pesce sciabola attendono su una strada di Messina i loro acquirenti: la loro vita in mare si è conclusa 
fra le maglie di una palamitara.
L'immagine, attribuita ad Alario, è tratta dal I volume dell'opera "Sicilia", edita nel 1962 da Sansoni e dall'Istituto Geografico De Agostini


L’obiettivo del fotografo Alario fissa l’ultima triste tappa del viaggio del pesce spada, iniziato nelle profondità del mar Mediterraneo e terminato una cinquantina di anni fa sul marciapiede di una strada di Messina. 
L’esemplare finito in compagnia di un altro pesce che deve il suo nome ad una lama - lo sciabola - sarà trasferito presto su un banco di vendita, ambito e costoso acquisto di chi non sa resistere alla bontà delle sue carni.
La costa di Messina – ed in particolare, l’area dello Stretto – continua ad essere un luogo di pesca del pesce spada, anche se questi velocissimi animali dotati della mascella superiore prolungata da un rostro sono oggi sempre più rari.
Tra aprile e giugno, prima di essere imprigionati nelle reti della palamitara, questi pesci hanno il tempo di deporre le proprie uova, ritemprandosi poi con la cattura di sgombri, aguglie, polpi o calamari.
Qualche settimana dopo, il passaggio dello Stretto sarà fatale: ancora ai nostri giorni i pescatori stendono la loro trappola, lunga sino ad 800 metri e nella quale i pesce spada ed i pesce sciabola si dibattono inutilmente.
L’immagine di Alario riproposta da ReportageSicilia è tratta dal I volume dell’opera “Sicilia”, edita nel 1962 da Sansoni e dall’Istituto Geografico De Agostini.
   

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