lunedì 19 agosto 2013

LE VOLUTTUOSE EOLIE DI BRIGNETTI


Il traghetto è appena salpato da Lipari.
L'immagine, attribuita all'Ente Provinciale al Turismo
di Messina, venne pubblicata nel 1955
dalla rivista
"Vita Italiana" ed accompagnò un reportage

dello scrittore Raffaele Brignetti 
dedicato alle isole Eolie


Le fotografie delle Eolie riproposte in questo post vennero pubblicate nel 1955 dal numero 21 della rivista "Vita Italiana", edita dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche di Bergamo.
Le immagini accompagnarono un reportage compiuto allora nell'arcipelago messinese dallo scrittore e giornalista Raffaele Brignetti, toscano nativo dell'isola del Giglio oggi ricordato per i suoi numerosi romanzi profondamente legati al tema del mare http://www.treccani.it/enciclopedia/raffaele-brignetti_(Dizionario-Biografico)/.


Lipari, in un'altra fotografia
pubblicata da "Vita Italiana"
ed attribuita a Fosco Maraini,
in quegli anni assiduo documentatore
delle isole Eolie

Brignetti compì il suo reportege eoliano negli anni in cui le isole iniziavano appena ad aprirsi all'industria del turismo internazionale, favorita dagli echi delle produzioni cinematografiche. 
"La lingua sicula - notava - si mescola con quella francese, o scandinava, inglese, americana, tedesca; e nelle isole Eolie i 90 visitatori dell'estate di due anni fa sono intanto diventati 2.000 e ne sono previsti 4.000 per l'anno prossimo. 
Merito di Ingrid, di Rossellini, di Anna Magnani? 
Non del tutto o non soltanto ( ... ) Dunque, sono gli usi antichi e lineari della gente, che mi attraggono in queste isole? Me e quelli che ci sono venuti da lontano. Può essere: ma non è tutto, ancora. E perchè quelli che scendono in altri gruppi di isole sono più tranquilli? ( ... ) Un sottile stato di inquietudine mi invade allorchè riesamino la terra chimica e rossa delle isole. Questo senso di dramma avrà pure la sua importanza. 
Le Eolie suscitano impressioni alle quali non si è abituati".

Turiste a Stromboli.
Anche questa fotografia
è attribuita
all'Ente Provinciale al Turismo di Messina

Delle sette isole e dei loro numerosi scogli - "dritti e lucidi come Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Dàttilo, Panarelli, Lisca Nera" - Brignetti nota aspetti che oggi  rappresentano un piccolo documento di storia eoliana.
Di Strombolicchio, ad esempio, scrive che "oltre ai gabbiani e agli smerghi montano qua in cima di notte, provenienti dalle altre isole, gruppi di 'escursionisti' uomini e donne - queste ultime soprattutto, venute nelle Eolie dalla Francia - e ci si attardano in lunghi balli pigri, con mille aderenze, trasformandosi poi inevitabilmente in creature legate da vincoli più che mai affettuosi. Strombolicchio, très captivante".

La rocca di Lipari.
Lo scatto, al pari delle altre
tre fotografie a colori del post,
è firmato "foto Gulli"

Di Filicudi, Brignetti nota che "un migliaio di persone vivono in quest'isola, pescando o intrecciando canestri con le fibre di ginestra"; ad Alicudi, invece, "i 600 abitanti conducono una vita elementare, allevando qualche capra, cacciando pernici fra le ginestre e le eriche, raccogliendo capperi e mettendoli sotto sale, oppure fichi 'barbarici', che sono quei fichidindia durissimi dalle spine metalliche sulla scorza".


Una nera costa sabbiosa di Vulcano

A Vulcano, lo scrittore toscano nota la presenza di due villaggi turistici francesi piazzati nel grigio-verde delle ginestre e di 400 abitanti le cui abitazioni "sono tutte avvinghiate da glicini dalle spine torte e tenaci"; poi, aggiunge che la maggior parte della popolazione è dedita alla pastorizia e che vive "in un borgo situato proprio in alto, dove le erbe crescono nella conca del cratere in mezzo alle infiorescenze dello zolfo, dell'alluminio, del ferro, del rame; così che l'isola ( Hierà, la terra del Dio del fuoco ) sembra coperta da un'epidermide elettrica...". 
Infine, Lipari, con l'allora incessante pratica dell'estrazione della pietra pomice. 
"Gli stessi operai che spicconano e macinano la pomice dell'isola maggiore - sottolinea Brignetti - sembrano gente inviata qui dai paesi d'oltre mare per togliere in fretta tutta quella farina minerale e scappare via; e poi l'isola può anche crollare. 
Ma le generazioni si susseguono e dai fianchi elevati di Lipari i blocchi bianchi continuano a scendere da un mulino all'altro fino al mare splendente, nelle spiagge calcinate e gelide - perchè la pomice è fredda - e l'isola è sempre la stessa. 
Le navi sono venute qui di volta in volta mutando le loro forme, ciascuna sembrava sempre l'ultima; poi, sono tornate. 
E' così nelle Eolie: il senso di un attimo che sta per venire e intanto il tempo rimane fermo per sempre".


Altro scorcio di spiaggia con barche da pesca.
In questo caso, l'immagine venne realizzata a Stromboli

La sintesi del rapporto fra il pensiero dello scrittore nato al Giglio e l'arcipelago vulcanico siciliano si legge proprio alla fine del suo reportage pubblicato da la "Vita Italiana". 
"La gente viene dai paesi più civili, più logori, dalla diffusa stanchezza di questa nostra epoca di intelligenza, di pensiero, di speculazione; ed ecco in queste isole si trova a tu per tu con la Terra potente: Gea, genitrice. 
Sicchè butta a mare finalmente un bagaglio fumoso di filosofie, e se la vede con la propria vita nell'ambiente, con i mezzi primitivi, la carne, la propria struttura fisica e basta, con una specie di voluttà disperata...".


Una classica inquadratura delle Eolie da Lipari.
La particolarità di questa immagine è quella
di costituire una delle prime immagini
a colori dell'arcipelago
pubblicate da un periodico
    
                                                                                                                                                                                                                             

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