mercoledì 30 ottobre 2013

VITA QUOTIDIANA IN UNA VILLA BAGHERESE


Si deve ancora una volta alla sensibilità ed alla capacità narrativa del fotografo Josip Ciganovic la fotografia riproposta in un post da ReportageSicilia. 
La scena ritrae cinque bambini vestiti con quelli che sembrano essere grembiuli scolastici.
Il gruppo è riunito dinanzi un pozzo all'interno di un cortile di villa Trabia, una delle ville nobiliari costruite nel corso della seconda metà del secolo XVIII nelle campagne palermitane di Bagheria.
Su una balconata monumentale dell'edificio, il cui prospetto è sormontato da un ricca decorazione scultorea, le figure di due donne completano la raffigurazione di Ciganovic. 
La fotografia - pubblicata nel 1962 nel I volume dell'opera "Sicilia" edita da Sansoni e dall'Istituto Geografico De Agostini - tramanda oggi il ricordo di un ordinario momento di vita quotidiana ambientato nell'eccezionale contesto architettonico delle ville bagheresi; una simbiosi oggi non più possibile per lo stravolgimento urbano di Bagheria, che ha reso le ville luoghi isolati ed estranei al suo disordinato sviluppo edilizio ed allo svolgimento della vita dei suoi abitanti.

ReportageSicilia è "uno spazio aperto di pensieri" e considera preziose le indicazioni, le correzioni o le integrazioni provenienti dai suoi lettori.
Paolo Di Salvo - eccellente fotografo di luoghi, costumi e personaggi bagheresi e generoso ispiratore di post del blog - ha fornito questi chiarimenti riguardo la fotografia di Josip Ciganovic ed il relativo testo che l'accompagna:


"L’edificio ritratto non è la villa Trabia ma il palazzo di villa Butera (la villa Trabia vi trova poco più ad Est).
L’errore in cui è incorso il fotografo è probabilmente dovuto al fatto che, all’epoca, l’edificio ospitava una scuola denominata “Trabia” condotta dalle suore dell’ordine di San Vincenzo.
Il nome era stato probabilmente imposto in segno di riconoscenza agli eredi  del principe di Trabia (nuovi proprietari della villa) che avevano loro concesso l’utilizzo del palazzo.
La fondazione di villa Butera da parte del principe Giuseppe Branciforti  risale alla metà del diciassettesimo secolo come attesta la data del 1658 incisa sull’arco di ingresso del torrione rivolto verso la strada consolare di collegamento a Palermo (il palazzo Butera di Palermo era già  stato costruito).
Don Giuseppe Branciforti, avendo lasciato Palermo a seguito di diverse vicissitudini familiari e politiche,  aveva acquistato nel territorio della Bagaria parecchie terre; su alcune di queste sarebbe poi sorto l’attuale centro storico di Bagheria.
Il palazzo venne costruito su una preesistente masseria e impostato alla difesa: i torrioni contrapposti, le merlature, le due corti, chiuse,  collegate da un lungo tunnel facilmente bloccabile appaiono inequivocabili conferme. 
Siamo quindi ben lontani dal decorativismo barocco che contraddistinguerà le ville settecentesche destinate alla villeggiatura.

Il prospetto di villa Butera.
L'immagine fa parte dell'archivio storico
del fotografo bagherese Paolo Di Salvo

Un secolo dopo la sua fondazione il palazzo, che dopo la costruzione delle altre ville era rimasto ormai decentrato,  subisce una profonda trasformazione ad opera di  Salvatore Branciforti.
Questi avendo compilato il primo piano regolatore di una Bagheria in via di sviluppo e tracciato l’attuale corso Butera per potersi collegare con la nuova consolare Palermo-Messina (deviata verso il proprio palazzo dal principe di Cattolica), realizzerà il fronte Nord dell’edificio che verrà così ad affacciarsi sulla nuova arteria di piano regolatore.
Successivamente, nel 1797, Ercole Michele Branciforti fece costruire a sud del palazzo,  in fondo al parco, un padiglione in stile neoclassico (certosa) che conteneva un piccolo museo con  statue in cera e in legno che raffiguravano monaci certosini e personaggi  celebri del tempo a grandezza naturale.
E fin qui la costruzione.
L’abbandono  della villa Butera da parte dei proprietari e il suo conseguente degrado è storia simile e comune a quella di molte altre ville di Bagheria: la distruzione del parco e lo smantellamento della certosa consegue, a partire dal 1954, alla realizzazione, da parte del comune, di 55 alloggi di edilizia popolare ed alla lottizzazione, da parte dei proprietari, di quello che restava del parco di villa Butera.
Le statue e gli arredi della certosa sparirono, la fontana che si trovava al centro del parco di villa Butera venne trasferita  a villa Trabia.
Oggi sia la certosa che il palazzo Butera sono stati acquisiti alla proprietà comunale e restaurati.
La certosa attende un utilizzo compatibile, il palazzo ha, da qualche mese, finalmente assunto il ruolo di casa municipale che storicamente gli compete. 
Speriamo bene!"

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