"I bambini di quasi tutta la Sicilia, il 2 novembre, ricevono i doni dai morti, e non da Gesù Bambino o da S.Lucia o dalla Befana, come in genere si usa altrove.
Tra i giocattoli, i vestiari, ecc., i ragazzi ricevono i 'pupi di zucchero' o 'pupi di cena', figurine che i dolcieri preparano con formelle di gesso e successivamente dipingono con una vivace policromia.
I pupi rappresentano paladini, danzatrici, spose, soldati, galli, ecc.; presumibilmente in un lontano passato essi ebbero una funzione magico-religiosa, come d'altronde tanti altri dolci e pani votivi legati a particolari festività".
Così l'etnologo Antonino Uccello nel 1970 descrisse nell'opera "Libro siciliano" edita da S.F.Flaccovio le statuine di zucchero che sino a qualche anno venivano regalate nell'isola ai bambini in occasione del 2 novembre.
L'usanza sopravvive oggi solo grazie alla preparazione di qualche pasticceria nei quartieri più popolari di Palermo e Catania, ed è in via di estinzione.
Nell'opera "Repertorio dell'artigianato siciliano", edita nel 1966 da Salvatore Sciascia e curata da Vittorio Fagone, i "pupi di zucchero", alti tra i 20 ed i 60 centimetri - vengono definiti con il termine di "pupaccene".
Cavalieri, spose, ballerine, suonatori e soldati: erano questi i soggetti più diffusi fra i dolcieri che ricavavano le pupaccene da formelle di gesso |
"Straordinaria è la varietà dei soggetti: dalle figure tradizionali del cavaliere, della sposa con il velo bianco, della dama, del soldato, della coppia di ballerini si arriva alle moderne immagini del cow-boy, delle miss, del ragazzo sul motoscooter.
Analoghe alle statuette di zucchero delle regioni europee settentrionali le pupaccene se ne distinguono per la varietà dei soggetti e soprattutto per la varietà dei soggetti e soprattutto per la vivace e accesa coloritura.
Le pupaccene attingevano il loro repertorio iconografico soprattutto dalla tradizione popolare: in questo caso, il soggetto - in uno scatto attribuito a Publifoto - è un paladino dell'opera dei pupi |
Le pupaccene hanno in Sicilia una produzione stagionale limitata all'autunno. Infatti per una antica tradizione ancora oggi diffusa in tutta la Sicilia, e anche in alcuni centri dell'Italia meridionale, il giorno della commemorazione dei defunti vengono offerte strenne ai bambini; a questi viene spiegato che i doni, in genere dolci e giocattoli, sono stati recati da 'i morti'.
L'uso antichissimo, del quale è stata di recente messa in evidenza l'analogia con manifestazioni folcloristiche delle regioni provenzale e pirenaica, determina una intensa attività artigiana per la fabbricazione di pupaccene, di dolci e di giocattoli in genere...".
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