domenica 21 luglio 2019

LEGGENDE ED ABBANDONO DELLA TORRE DELLE CIAVOLE

La Torre delle Ciavole,
lungo la costa tirrenica messinese.
Fotografie Ernesto Oliva-ReportageSicilia

Protesa sul mare da uno sperone di roccia al chilometro 92,990 della strada statale 113 che corre da Messina a Palermo, la Torre delle Ciavole - in siciliano, le gazze - è una delle più spettacolari torri di avvistamento presenti sul litorale dell'Isola.

"Dalla sua bellissima posizione avanzata ed estremamente marina - scrissero Salvatore Mazzarella e Renato Zanca in "Il libro delle torri" ( Sellerio editore Palermo ) nel 1985 - corrispondeva con Capo Calavà verso Messina e con Brolo verso Palermo"

Dagli stessi autori, apprendiamo storie e leggende che accrescono la suggestione dell'edificio, costruito probabilmente nella prima metà del Seicento.
In quel periodo - ricorda una fonte locale - "i corsari, innamorati delle rive orlandesi vi avevan fatto stanza e covo orribilissimo".



In una giornata di primavera - agli inizi dell'Ottocento - il torraro che avrebbe dovuto svolgere il compito di guardiano di quel tratto di costa lasciò la torre incustodita.
La sua assenza coincise con l'assalto compiuto da un corsaro francese ad una imbarcazione trapanese: quest'ultima venne depredata ed a nulla valse l'intervento di un viandante che, accortosi dell'attacco, cercò di allontanare l'assalitore sparandogli contro alcuni colpi di artiglieria.
Torre delle Ciavole lega inoltre la sua fama locale al racconto orale leggenda di una drammatica storia di amore fra un guardiano ed una castellana di Brolo.
Ambientato ancora una volta agli inizi dell'Ottocento, è stato così ricordato da Mazzarella e Zanca:

"I due comunicavano con specchietti e altre segnalazioni ottiche tra la terrazza di Ciavole e il bel balcone in alto della torre di Brolo, scambiandosi espressioni di amore così ardenti, che non resistettero ad organizzare l'incontro.
Alla fine la bella, dopo una fuga rocambolesca, riuscì finalmente ad abbracciare l'amante e raggiungere con lui il paesino di Gliaca; ma i famigli dell'irato nobile brolese li inseguirono e si scontrarono con l'audace rapitore e i suoi bravi, in una lotta sanguinosa, che vide alla fine trionfare la gente di Brolo nella piccola guerra con quella di Gliaca.
Puniti i gliacesi sopravvissuti all'avventura, ai due poveri amanti fu riservato l'amaro destino di venir sepolti vivi nella cisterna della torre stessa..."




Non sappiamo se qualcuno abbia mai cercato le ossa dei due amanti all'interno della cisterna, tentando di verificare il fondamento della leggenda; di certo, però, è che da anni l'avvicinamento alla Torre delle Ciavole è interdetto da cartelli che ricordano il rischio di ulteriori crolli del costone che conduce al sito dal margine della strada statale 113.
La Torre - in passato adibita ad uso residenziale e di proprietà di un italo-americano - si erge invece ancora ben salda sulla roccia che da quattro secoli sfida la forza delle onde del Tirreno.



Per ammirarne lo svettante profilo lungo la costa che guarda verso le Eolie si può salire, quattrocento metri più su, sino al magnifico belvedere di Piraino ( luogo poco conosciuto, dal quale l'amplissima vista del mare e delle isole ha pochi eguali in Sicilia ).
Un'altra leggenda - o forse è una storia reale, la cui veridicità è stata trasfigurata dal trascorrere del tempo - vuole che dal paese un cunicolo raggiungesse un tempo la Torre delle Ciavole: verità o voce popolare, anche questa è materia di suggestione nella storia del non sempre sereno rapporto fra la Sicilia ed il mare che la circonda.   



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