venerdì 24 gennaio 2020

EFFETTI DELL'EMIGRAZIONE DALLA SICILIA DAGLI INIZI DEL NOVECENTO

Castel di Lucio, nel messinese.
Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia
Il sacerdote Antonio Sciortino nel 1915 diede alle stampe una "Guida di Castel di Lucio" ( Casa Editrice "I Nuovi Romantici", Palermo ) ricca di notazioni sul carattere e sull'economia del piccolo paese del messinese.
Vi si analizzano, fra l'altro, le conseguenze della massiccia emigrazione che già già agli inizi del Novecento avviò lo spopolamento di molti paesi della Sicilia: un esodo che continua a distanza di una secolo, con nuovi e prossimi dissesti per la storia dell'Isola.   

"Al disagio economico della popolazione - scrisse l'autore - provvede largamente l'emigrazione, tanto che in quest'ultimo quinquennio adescati dal benessere che s'incominciava a godere, un buon terzo di abitanti emigrò nelle due Americhe, da dove giungono alle loro famiglie annualmente non meno di lire 100.000.
Ma la emigrazione sopra così in vasta scala fu un bene?
I contadini e gli operai in genere ne trassero gran vantaggio, avendo con tale mezzo migliorato la loro condizione, affrancandosi dalla usura che qui si esercitava in modo molto raccapricciante; ma l'agricoltura ha sofferto immensamente, per cui col massimo sconforto si vede incolta gran parte del territorio per mancanza di braccia.
Per la mancanza di braccia addette all'agricoltura, fu giocoforza raddoppiare l'industria pastorizia, i prodotti della quale sarebbero oltremodo remunerativi, se sviluppata la viabilità potessero avere facile e non costoso sbocco alla linea ferrata"

Antonio Sciortino, "Storia di Castel di Lucio"
Casa Editrice "I Nuovi Romantici", Palermo, 1915

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