martedì 4 febbraio 2020

LA PARTITA A CARTE FRA FRANCO, CICCIO E BUSTER KEATON

Buster Keaton impegnato
in un'ironica partita a carte con
Franco Franchi e Ciccio Ingrassia,
durante le riprese di
"Due marines e un generale".
L'immagine è tratta da un reportage
del settimanale "Oggi" del 26 agosto 1965

Giornalista, scrittore, sceneggiatore e regista, Vittorio Schiraldi conserva con la Sicilia uno stretto rapporto personale e professionale.
Nato a Bergamo, a Palermo ha terminato gli studi liceali ed universitari, iniziando qui una carriera da cronista che lo ha portato a lavorare dal "Giornale di Sicilia" a varie testate nazionali.
Il legame di Schiraldi con l'Isola è attestato dal suo interesse da romanziere per i temi ispirati alla mafia, sul più noto esempio di Mario Puzo
Opere come "Baciamo le mani" ( Mondadori, 1972 ), "Siciliani si nasce" ( Rusconi, 1984 ), "La mafia dagli occhi blu" ( Rusconi, 1985 ) e "Made in Sicily" ( Marlin, 2007 ), dimostrano il suo interesse per le vicende di Cosa Nostra e per l'incidenza che la mafia ha avuto nella società siciliana dei decenni passati ( un'influenza oggi ancora viva, ma profondamente diversa rispetto ai canoni cinematografici raccontati da "The Godfather" ).



Dopo avere lasciato la Sicilia, l'ex studente palermitano diventato giornalista non ha perso i contatti con i temi ed i personaggi della regione, come dimostrato da un articolo pubblicato il 26 agosto del 1965 dal settimanale "Oggi".
In un articolo intitolato "Nemmeno la canicola fa paura ai forzati miliardari di Cinecittà", Schiraldi raccontò l'incontro in uno dei quindici teatri della cittadella romana con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e Buster Keaton.
In quei caldissimi giorni di agosto, i due attori palermitani - allora all'apice del successo commerciale dei loro film - stavano  condividendo il set con uno dei grandi interpreti americani del cinema del muto.
L'occasione fu il film "Due marines ed il generale", diretto da Luigi Scattini, in cui Franco e Ciccio interpretavano il ruolo di due soldati americani e Keaton di un generale tedesco.
L'attore passato alla storia del cinema come "il comico che non ride mai" non smentì la definizione anche durante quelle riprese, limitandosi a pronunciare unicamente le parole "thank you" proprio nell'ultima scena della commedia.
Per Keaton - all'epoca settantenne e già minato da una grave malattia - la produzione di "Due marines ed il generale" fu una delle sue ultime apparizioni su un set.
Terminate le riprese a fianco di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, il 4 settembre prese parte a Venezia alla presentazione del cortometraggio d'avanguardia "Film" di Samuel Beckett; quindi,  - prima della sua scomparsa, il 1 febbraio del 1966 - esibì ancora la straordinaria mimica del suo volto in "Il copista" e "Dolci vizi al foro".
Di quella collaborazione con Buster Keaton, Franchi e Ingrassia ricordarono in seguito numerosi aneddoti: l'iniziale soggezione per uno dei modelli della loro comicità, le discussioni portate avanti nella completa ignoranza della lingua inglese, il dono quotidiano delle noccioline fatto da Keaton a Franchi, da lui scherzosamente paragonato ad una scimmia.



La breve testimonianza di Vittorio Schiraldi di quel set a Cinecittà fa riscoprire la memoria di quello storico incontro fra i due attori palermitani ed una delle stelle del cinema americano:  
        
"Sono stato a trovarli sul set di 'Due marines e un colonnello'.
Loro sono i marines e il colonnello è Buster Keaton.
Ho trovato i due siciliani irriconoscibili, intimiditi dalla presenza del comico americano col quale da una settimana erano in procinto di attaccare bottone.
Ingrassia infatti lo imitava ai tempi in cui calcava ancora i palcoscenici dell'avanspettacolo nelle province siciliane e sabato replicava il numero fuori scena.
Franchi, invece, che non aveva queste affinità elettive, teneva la testa a bagnomaria in un secchio d'acqua, tentando un colloquio con il collega americano:

'Fa caldo: mi capisce? Fa caldo, molto caldo, ma lei non lo sente questo caldo, signor Keaton?' 

Keaton non rispondeva e restava serio fin quando Franchi semiscoraggiato aveva domandato:

'You speak english?',

e Buster Keaton secco:

'No'

ridendo poi per la prima volta.
Così sono diventati amici, celebrando la ricorrenza, con le mani nella tinozza di Franco Franchi"



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