martedì 27 aprile 2021

LA DOPPIA FAMA DI CANICATTI', LA SPERDUTA CITTA' DELL'UVA

Scorci di Canicattì.
Foto
Ernesto Oliva-ReportageSicilia


La fama di Canicattì si deve in primo luogo alla massiccia produzione dell'uva Italia, diffusasi a partire dalla metà degli anni Settanta e fonte di improvviso beneficio economico per una comunità altrimenti destinata a sopravvivere in modo anonimo, grazie a colture agricole meno remunerative. L'altra parte di notorietà della cittadina dell'agrigentino si lega alla fama di luogo sperduto e di emarginazione. Citando una definizione del giornalista, scrittore ed umorista Luca Goldoni, "Canicattì, per il resto d'Italia, è in capo al mondo come Vattelapesca". A dare risposta al quesito sul perché di questa reputazione sono i canicattinesi più anziani: ricordano che negli anni Cinquanta e Sessanta dello scorso secolo il treno che collegava Milano ad Agrigento - convogli che ospitavano i viaggi degli emigranti siciliani da e per la Lombardia - faceva l'ultima fermata a Canicattì.



Da qui l'abitudine - diffusasi soprattutto a Milano - di considerarla meta remota e poco desiderabile: quasi un luogo di destinazione punitiva per militari o dipendenti pubblici lavativi o inetti.   

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