Il mare di Porto Palo, a Menfi. Fotografie Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
"Appare da lontano Menfi, dallo stradone pieno di curve che la collega alla veloce per Sciacca, poggiata al fondo di un lieve e lunghissimo declivio. Laggiù, incorniciata dal Mediterraneo, vaga e misteriosa, Menfi veste un trasparente di foschia grigia, che le dà un'aria da etera sonnolenza, attraente e infida... Menfi ha vino, olio, clima torrido, carattere da trattorista, ambizioni astratte, rare e profumate, progetti da frontiera americana e meticolose e puntigliose concretezze che, come una lente d'ingrandimento, artigliano e s'impadroniscono dei dettagli abbandonando ai secoli il senso dell'opera intera. Dal mare, con la foschia, non si vede terra..."
Così ha scritto di Menfi - delle sue colline coltivate a ulivi e vigne, della sua lunga costa sabbiosa con le spiagge di Porto Palo e Lido Fiori, premiate con la Bandiera Blu da 27 anni - Vittorio Brusca, docente di arti visive all'Università di Palermo.
La descrizione trovò spazio nella prefazione del volume di liriche di Angela Maria Mistretta "Storie di Uomini e Dèi", edito a Sciacca nel 2007 da Gianmarco Aulino Editore. Insieme ad altri appassionati della cultura e del territorio menfitano, l'autrice delle poesie ha di recente ideato un progetto per abbellire la passerella lignea che costeggia la sabbia di Porto Palo con otto cartelli che citano opere di poeti dedicati al mare. Grazie all'impegno volontario dei promotori dell'impresa, bagnanti e visitatori di Menfi possono ora provare ad abbinare lo sguardo sul paesaggio marino alla lettura dei versi di Omero, Alda Merini, Salvatore Quasimodo, Federico Garcia Lorca, Jacques Prévert, Ernest Hemingway, Konstaninos Kavafis e Mario Luzi; proprio quest'ultimo visitò vent'anni fa Menfi, ospite della locale Istituzione Culturale Federico II.
Nelle intenzioni degli ideatori dell'iniziativa, i cartelli letterari di Porto Palo sono destinati a crescere di numero: un esempio non del tutto scontato di come in Sicilia si possa tentare di sfuggire dalla diffusa pratica della scarsa cura - se non del vero e proprio abbandono - degli ambienti costieri.
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