Winston Churchill e la moglie Lady Clementine all'interno del Grande Albergo Villa Politi, a Siracusa |
Otto anni dopo lo sbarco alleato del luglio del 1943, Sir Winston Churchill - uno dei suoi principali promotori - mise piede per due settimane in Sicilia. Il 12 aprile del 1955, a sette giorni dalle sue dimissioni da primo ministro del governo inglese dinanzi la regina Elisabetta, un "Vickers Viscount" decollato da Londra atterrò all'aeroporto di Catania. Con Churchill, viaggiavano la moglie - Lady Clementine - ed altri 15 tra familiari ed assistenti: fra questi, il maggiordomo Kirkwood, il segretario personale John Colwille ed il consigliere Lord Charwell. Gli addetti alla sicurezza schierati a tutela della privacy degli ospiti inglesi erano guidati da un silenzioso "signor Murray". La comitiva - che portava con sé 32 bagagli con l'etichetta "proprietà del molto onorevole Sir Winston Churchill" - trovò a bordo pista le automobili che in un paio di ore raggiunsero la meta prescelta dall'ex leader britannico per il soggiorno nell'Isola: Siracusa, luogo già visitato da Churchill, all'epoca primo lord dell'ammiragliato della Royal Navy, nel maggio del 1912. Era stata quella una fugace apparizione di poche ore, durante una traversata da Napoli a Malta. Sembra che la scelta di stabilirsi a Siracusa per un ben più lungo periodo di tempo gli fosse stata suggerita da Sir Walter Monckton, ministro dei Lavori Pubblici, che aveva lì soggiornato un mese prima.
L'arrivo di Churchill all'aeroporto di Catania, il 12 aprile 1955 |
Churchill a Siracusa |
L'alloggio fu lo stesso di Monckton: il Grande Albergo Villa Politi, nei pressi della Latomia dei Cappuccini, luogo degno dell'importanza dell'ospite e con il vantaggio di un'ubicazione appartata rispetto alla città. La comitiva inglese occupò quasi interamente l'edificio. Churchill ebbe a disposizione l'appartamento 30, dotato di uno studiolo con vista sul mar Jonio ed impreziosito da due tavole trecentesche prelevate dal Museo Civico: un omaggio alla passione dell'ex statista per la pittura, che Churchill aveva praticato con discreti risultati a partire dal 1921 a Parigi con lo pseudonimo di Charles Morin. Lady Clementine occupò l'appartamento 25 per l'occasione arredato con due olii, sembra, di Giovanni Fattori. Entrambi i coniugi erano arrivati a Siracusa in condizioni di salute segnate dall'età. Churchill aveva all'epoca 81 anni, stringeva ancora fra le labbra i suoi famosi sigari ma era reduce da un paio di ictus ed un infarto; la moglie esibiva al braccio sinistro bende in seta, rimedio contro l'artrite reumatoide. Il loro soggiorno a Siracusa - seguito con invadente curiosità dagli inviati di tutti i giornali italiani, a fatica fronteggiata dall'entourage dell'ex primo ministro - non ebbe il conforto meteorologico forse sperato dagli illustri ospiti inglesi. Il vento di grecale, il cielo grigio e il mare mosso regalarono loro un clima molto familiare. Anche per questo motivo, Churchill si concesse poche uscite da Villa Politi. Accompagnato dal vice console britannico Baker - un gallese innamorato della Magna Grecia - visitò il teatro greco, l'orecchio di Dionisio e la Grotta dei Cordari. I due ebbero modo di parlare della naumachia che nell'agosto del 413 avanti Cristo contrappose nel mare di Siracusa in un sanguinoso scontro siracusani e spartani alla flotta ateniese, quest'ultima quasi del tutto annientata. Sembra che il vecchio primo ministro - appassionato di storia delle battaglie - ripetesse che dopo quell'evento "Siracusa, piuttosto che Roma o Cartagine, avrebbe potuto allora conquistare il mondo". Churchill ebbe poi modo di appagare durante il soggiorno siracusano la sua passione per la pittura.
L'ex primo ministro inglese dipinge una delle tre tele eseguite a Siracusa |
Pare infatti che abbia realizzato una tela con la riproduzione della Grotta dei Cordari e abbozzato i disegni di altre due, con l'intenzione di completarli in Inghilterra. Di certo, a Siracusa uno degli uomini che hanno fatto la storia mondiale del Novecento scrisse alcune pagine dell'opera "Storia dei popoli di lingua inglese", la cui anteprima di pubblicazione, nel 1956, sarebbe stata perfezionata nei saloni di Villa Politi. Qui, quattro giorni dopo l'arrivo a Siracusa, Churchill incontrò l'ambasciatrice americana in Italia Claire Boothe Luce con il marito Enry Luce, editore delle riviste "Life", "Time" e "Fortune". La riunione servì all'ex primo ministro per concordare la pubblicazione dell'opera a puntate su "Life", dietro compenso di 200.000 dollari. Fu forse la chiusura del lauto contratto il vero motivo del soggiorno siracusano di Churchill a Siracusa, che si concluse in contrada Canalicchio con una veloce visita al Cimitero di Guerra del Commonwealth, ufficialmente istituto due anni prima.
L'ambasciatrice americana in Italia Claire Boothe Luce con il marito Enry Luce, l'editore di "Life", "Time" e "Fortune" |
Sull'aereo che riportò Churchill, la moglie Lady Clementine ed il loro seguito in Inghilterra, trovarono posto - oltre alle tre tele siracusane - una cassetta di vini bianchi dell'Etna ed alcuni modelli di carrettini siciliani. L'anziano leader britannico salutò le autorità che lo avevano accompagnato in aeroporto a Catania facendo il segno di vittoria con le dita. Era la mattina del 26 aprile. Dopo giorni di cielo grigio e vento, riluceva il sole e le temperature erano finalmente primaverili. Sembra che le ultime parole pronunciate in pubblico da Churchill prima della chiusura del portellone del "Vickers Viscount" siano state: "Vado via portando con me il tempo che ritroverò in Inghilterra".
La prima fotografia del post è tratta dalla rivista "Italsuisse", Numero Unico dedicato alla Regione Siciliana nel 1955. Le altre sono state pubblicate dalla rivista "Sicilia" edita nel giugno del 1955 dall'assessorato regionale al Turismo.
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