venerdì 2 febbraio 2024

LA SCOPERTA DELLA SURA DEL CORANO DI CALATAFIMI

Fotografia
Ernesto Oliva-ReportageSicilia


Prima dell'anno Mille, il territorio trapanese di Calatafimi era punteggiato da casali islamici e magazzini agricoli dove la preghiera era pratica quotidiana. E' da questa area che potrebbero provenire i frammenti di una pergamena di pecora manoscritta con caratteri cufici che la traduzione riconduce ad una Sura del Corano intitolata a "Le Api", che celebra la bellezza della creazione:

"... Muli e asini v'ha dato perché li cavalchiate, ornamento bello, e sta creando ancora cose che voi non saprete... E' Dio che vi mostra la via e c'è chi se ne allontana! Ma, se avesse voluto, v'avrebbe certo guidati tutti assieme. E' lui che fa scendere acqua dal cielo per voi, e ne bevete, e ne crescono gli alberi fra i quali spingete a pascolare gli armenti e ne fa crescere per voi il frumento..." 

Secondo recenti studi delle Università di Milano e di Cambridge, questa pergamena - conservata all'interno dell'Archivio Diocesano di Trapani -  sarebbe la più antica testimonianza manoscritta del periodo arabo in Sicilia. Singolare è la storia del suo ritrovamento, avvenuto nel 1984, ma compreso per la sua importanza - grazie a moderni sistemi di studio - soltanto negli ultimi mesi. La pergamena era infatti stata riutilizzata nel 1542 come copertina di un registro di annotazioni matrimoniali in una chiesa di Calatafimi, poi depositato nel fondo dell'Archivio Diocesano di Trapani. 






Nel 2007 un riordino dei 5.000 registri ecclesiastici custoditi nell'Archivio aveva suscitato l'interesse degli studiosi per il documento, la cui datazione è ora stimata fra il IX ed il X secolo dopo Cristo: ipotesi che potrebbe trovare definitiva conferma da nuovi esami di laboratorio.  La pergamena - che insieme ai versi del Corano conserva due scritte in latino volgare tuttora oggetto di studio - attende nel frattempo un'opera di restauro, per conservarne l'indubbio fascino evocativo del testo vergato in caratteri cufici. 

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