domenica 8 ottobre 2017

UNO STORICO SCHERNO DEI TONNAROTI DI MILAZZO


Ancore di tonnara sulla costa di Milazzo.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia
sono di Alfredo Camisa e vennero pubblicate nel 1961
dal saggio "Lo Stretto di Messina e le isole Eolie",
edito dall'Automobil Club d'Italia

Il mare siciliano è un crocevia di miti, leggende, racconti della tradizione orale e rappresentazioni legate alle attività della pesca.
Il dato riguarda soprattutto la provincia di Messina, bagnata dalle acque dello Stretto e scenario non a caso dell'epopea letteraria costellata da mostri e sirene dell'"Horcynus Orca" di D'Arrigo.
A conferma di questa propensione, a Messina sono ancora vive molte leggende marinare e la città vanta il monumento che rappresenta Poseidone impegnato a placare la forza di Scilla e Cariddi.
Nel 1961, l'antropologo Aurelio Rigoli ricordò così una rappresentazione di scherno fino a qualche anno prima organizzata dai "tonnaroti" di Milazzo nei confronti dei pescatori di pescespada costretti ad inseguire la preda nell'area dello Stretto:
 
"Tonnaroti famosi sono quelli di Milazzo, noti per la loro abilità.
Se non avvistano nel periodo della pesca i tonni, sogliono calare in mare l'effige di San Francesco di Paola o di Sant'Antonio da Padova.
Fino a qualche anno fa i tonnaroti di Milazzo, per scopi campanilistici, rappresentavano il giorno di San Giacomo una farsa che metteva in burla i pescatori del pescespada, temibili concorrenti e sul mare e sul mercato.


Veduta di Milazzo.
Autore ed opera citati
Sul cornicione di una chiesa, che sorge vicino al mare, saliva un marinaio; un altro, in abito da pagliaccio, prendeva posto in una barca assai piccola; altri cinque o sei in un'altra barca.
Il pagliaccio faceva la parte del pescespada: l'uomo sul cornicione gridava:



'Va susu! Va iusu!' ( 'Il pescespada va sopra, verso capo Faro! 'Ora va giù, verso Messina!' )



Quando la barca con gli uomini che facevano la parte della ciurma era vicina, un calcio ben assestato faceva capovolgere la barchetta con il pagliaccio.
E la festa aveva fine con fragorose risate da parte del pubblico..."

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