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mercoledì 21 agosto 2024

L'IMPOSSIBILE RICERCA DEL QUOTIDIANO NELLA SICILIA DI OGGI

Teste di pupi palermitani
del puparo Bumbello.
Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia


Nell'"Epilogo" che chiude le 164 pagine del saggio "Mal di Sicilia" ( Editori Laterza, Bari-Roma, 2023 ) - 33 righe di lucidissima analisi riassuntiva sull'Isola di oggi, amaramente intitolate "Sicilia felix" - il giornalista Francesco Terracina conclude così il suo racconto:

"... E' vero che in Sicilia si mangia bene, che il clima è generoso, che alcuni scorci urbani e naturalistici sono folgoranti. Nulla di falso, se non il prevalere di una pantomima, di una raffigurazione pittoresca della vita e della morte, in cui orgoglio e disperazione si prestano a farne un luogo da copertina, in un gioco di eccessi che non contempla le tinte medie della quotidianità. 



Questa scelta di enfatizzare tutto e di ricorrere al mito per mascherare il presente rischia di ridurre a un plastico i progetti per il futuro. Niente intenti giudicanti e altezzose censure di questa rappresentazione stagionale, che in fondo è un'ulteriore declinazione del mal di Sicilia: si costruisce un luogo dell'immaginario per poterne provare nostalgia. Basta saperlo"



mercoledì 14 agosto 2024

BRANCATI ED IL TEMPO DELLA VITA RITROVATO A MODICA

La chiesa di San Giorgio
e case del centro storico urbano.
Fotografie tratte dalla rivista
"Le vie d'Italia" del TCI
edita nel maggio del 1951


"Quando arrivai a Modica dal mio paese natio, avevo tre anni. Ecco la chiesa di San Giorgio che, affacciandomi nella terrazza, vidi per la prima cosa, e che mi penetrò profondamente nell'occhio, in un punto in cui torna a colpirmi dopo trent'anni: sporgente dalla parete del monte su cui sorge, come un enorme altorilievo, col tortuoso strascico delle sue scalinate..."

Nato a Pachino nel 1907Vitaliano Brancati trascorse la sua adolescenza a Modica, dove frequentò le scuole inferiori. La lasciò all'età di dieci anni, in un giorno di luglio, col proposito di tornarvi in autunno; vi avrebbe rimesso piede solo nel 1948.

"I giorni della mia fanciullezza - avrebbe allora ancora scritto Brancati sulle pagine del "Corriere della Sera" mi assaltano da tutte le parti. 



Poiché, tornando in un luogo, noi siamo portati a riprendere la nostra vita nel punto preciso in cui l'abbiamo lasciata, e a seguitarla senza alcuna interruzione, questo mio giorno di quarantenne s'attacca immediatamente a quella mia notte di ragazzo decenne, con una dolcezza mostruosa, mentre tutto il tempo, intercorso in altri luoghi, fra la notte del '18 e il suo domani del '48, compresso, strappato, amputato, salta via come un tronco marcio..."

giovedì 8 agosto 2024

IL GIOCATORE DI BRISCOLA A GERACI SICULO

Fotografia
Ernesto Oliva-ReportageSicilia


martedì 6 agosto 2024

ORAZIO STRANO, IL CANTASTORIE-VEGGENTE CHE RACCONTO' L'OMICIDIO KENNEDY

I 15 quadri del cartellone
della ballata del delitto di 
John Fitzgerald Kennedy
del cantastorie Orazio Strano,
ritratto nelle altre foto durante
uno spettacolo in piazza
ed insieme al pittore che illustra i suoi versi


"Orazio Strano è un uomo di sessant'anni, ha il collo e la schiena contorti da un'artrite che si buscò quando faceva servizio militare in Marina e andò in Cina. Non avendo avuto pensione - racconta - non potendo lavorare, si fece cantastorie. Ripete con orgoglio che i versi e le musiche di lui analfabeta hanno creato una nuova scuole, sulle regole degli antichi trovatori; di un suo disco si son vendute settantamila copie. Strano ha qualcosa del veggente, in certi momenti; una testa rotonda, occhi pungenti, duri; la voce è ancora stupendamente calda, piena di morbidezza e di scoppi; è stato lui che ha presentato la storia di Kennedy mentre il figlio Salvatore indicava i quadri sul cartellone, con grattacieli e chirurghi in camice bianco..." 



Così l'indimenticabile Vincenzo Buonassisi - una carriera giornalistica capace di mettere a frutto le sue competenze gastronomiche e musicali - descrisse nel luglio del 1964 il più noto fra i cantastorie siciliani di quegli anni: Orazio Strano, nato a Riposto nel 1904 da famiglia poverissima e afflitto sino alla morte - nel dicembre del 1981 - da una grave forma di artrite invalidante. L'incontro fra Buonassisi e Strano avvenne a Monticelli d'Ongina, il borgo fra Piacenza e Cremona che anche quell'anno accolse i partecipanti al premio "Trovatore d'Italia". Strano, che per l'occasione fu accompagnato dal figlio Salvatore ( anche lui, come i fratelli Leonardo e Vito, cantastorie ), fu in quell'occasione nominato "Maestro dei Cantastorie", grazie alla presentazione della ballata dedicata all'omicidio di John Fitzgerald Kennedy, avvenuto a Dallas il 22 novembre del 1963. Con enfasi e voce strozzata dal pathos, Orazio Strano declamò la strofa più drammatica di quella ballata:

"Kennedy, accantu a lu Governaturi, non si stancava mai di salutari, ma era prontu già 'nattintaturi ca a Kennedy vuleva eliminari, e nta' d'instanti l'omu tradituri di 'na finestra si misi a sparari, fici birsagliu già lu tiraturi livannu o Presidenti di campari. 'Nta la spadda e n'tra la gula fu culpitu u Presidenti; Giaclini s'affanna sula mentri nuddu sapi nenti. S'accasciau u Guvirnaturi ca firutu fu 'nta schina e 'nto centru i ddu tirruri ogni s'avvicina. Giaclini gridau furti, Caru spusu! mentri vagnava i chiantu lu so visu 'nta ddu mumentu tantu disastrusu gridava: "Ti spararu all'improvvisu!"  

( "Kennedy accanto al Governatore non si stancava mai di salutare, ma era già pronto l'attentatore che voleva eliminarlo , e a distanza da una finestra l'attentatore si mise a sparare e colpì il bersaglio togliendo la vita al Presidente; Jacqueline si dispera da sola mentre nessuno ha capito nulla. Il Governatore si accascia, ferito alla schiena e in mezzo al terrore tutti accorrono. Jacqueline gridò forte, "mio amato marito!", e mentre bagnava di pianto il suo viso in quel momento così disastroso gridava, "Ti hanno sparato all'improvviso!" )  


Le fotografie del post sono tratte dalla rivista "Panorama" edita da Mondadori e Time-Life Editori nel novembre del 1964