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mercoledì 15 maggio 2019

RELIGIOSITA' DEI SICILIANI NELL'OPINIONE DI ALCUNI VIAGGIATORI INGLESI

Venditori di statue e immagini sacre
a Caltanissetta.
Fotografie di Ernesto Oliva-ReportageSicilia
"Il clero che nelle aspettative degli Inglesi dovrebbe essere, insieme alla nobiltà, depositario della cultura - ha scritto Maria Carla Martino in "Viaggiatori inglesi in Sicilia nella prima metà dell'Ottocento", Edizioni Ristampe Siciliane, 1977 - è continuamente accusato di rozzezza ed ignoranza; pochi abati colti e illuminati fanno eccezione alla regola.
La religione cattolica, comunemente indicata come 'superstition' dai viaggiatori, viene fatta oggetto di violente e frequenti critiche e ad essa vien fatto risalire lo stato di arretratezza in cui si trova il popolo siciliano...
Talvolta gli Inglesi si compiacciono di rilevare i rapporti di derivazione che, a loro avviso, esistono tra credenze e feste cattoliche e la mentalità ed i riti pagani.
Così John Butler, marchese di Ormonde, vede nelle suore le moderne vestali; i santi altro non sarebbero, se non gli antichi semidei; e viene rilevato persino che la tonsura dei preti ha precedenti tra i sacerdoti di Isis.



Per i viaggiatori l'esagerato culto delle immagini merita il nome di idolatria...
E W.H.Bartlett, a proposito di una festa religiosa alla quale assiste nel 1852 a Giardini, dopo avere descritto l'allegria generale conclude:

'Tutto questo si potrà ben chiamare pigrizia e superstizione; ma c'è da chiedersi se il popolo, con le sue feste sacre e con i suoi innocui divertimenti, non conduca una vita assai più felice di quella della nostra popolazione, sommersa dal lavoro ed eccitata dal gin'..."



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