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sabato 6 settembre 2025

LA BAGHERIA "MESSICANA" DI CORRADO SOFIA

Villa Branciforti a Bagheria


In un articolo pubblicato l'undici febbraio del 1950 sul settimanale "Il Mondo" intitolato "Caviale e barocco" e dedicato a Renato Guttuso, il giornalista e saggista netino Corrado Sofia accostò così al Messico l'ambiente e l'architettura di Bagheria:

"Bagheria è il più curioso angolo di Messico che si trovi in Sicilia. Il barocco coloniale spagnolo abbonda in alcune ville; insieme al colorito degli abitanti, alle agavi, alle piante spinose indica la segreta lontana parentela di questa isola.

Una parentela indefinibile di cui non si hanno indicazioni più esatte che le trazzere, le cantilene, i polverosi scirocchi. Migrazioni, influenze, dominazioni spagnuole non basterebbero a definirla. Un substrato profondo, un sedimento nel sangue affiora nella pittura. Come si spiegherebbe questa tendenza pittorica che hanno in comune due popoli?



La stessa vivezza e primitività nei colori, lo stesso gusto nell'accoppiare e contrapporre rossi, gialli, verdi, turchini. Soltanto una indagine alla maniera di Lawrence potrebbe darci degli elementi: poiché si sa che Lawrence, per spingersi più avanti nella conoscenza dell'uomo, dalla Sicilia se ne andò in Messico: da Taormina si trasferì a Taos, "per fare un passo più avanti"..."


L'immagine riprodotta nel post di Villa Branciforti a Bagheria è tratta dall'opera di Sabina Montana "O corte a Dio. Prime architetture barocche a Bagheria: Villa Branciforti Butera", Plumelia, 2010, Bagheria-Palermo