Percorrere le strade di Roma con una vecchia Vespa 125 del 1986 fa cogliere una differenza fondamentale nello stile di vita che rende diversa Palermo - e generalmente, il Sud d'Italia - da tanta altra parte d'Italia: nella Capitale, appunto, il numero di Vespe ultraventennali ancora in circolazione è ridottissimo.
Ai semafori, rapidi ed aggressivi 'scooteroni' scattano in avanti in pochi attimi; i guidatori danno gas con impazienza, e lo 'scooterone' - monomarcia, in prevalenza nero e giapponese, forme aggressive e bauletto di gigantesche proporzioni - si fionda oltre l'incrocio: a guardarli da vicino si somigliano tutti, al punto che non sapresti trovare differenze fra un modello di una marca e quello di un'altra casa costruttrice.
Mi dicono che il guidatore romano non ama usare mezzi a due ruote con le marce; e che le vecchie Vespa sono state in gran parte rottamate perchè il cambio manuale a 4 marce - prima, clac, seconda, clac clac, terza, clac, balzetto in avanti, quarta! - fa perdere tempo e stanca, nel traffico caotico della Cristoforo Colombo o della Flaminia...
A Palermo - nella lenta e caotica Palermo - le Vespe ante 1990 sono invece numerosissime, e pochissimi gli 'scooteroni'. Questa diversa tipologia di mezzi a due ruote rappresenta due anime diverse: quella delle grandi metropoli 'continentali' - dove la fretta e le mode spesso bruciano i tempi di chi le abitano - e quella di una città dove il flusso della vita è più lento, più disponibile ai 'cambi di marcia': una piccola consolazione - ci pare di poter dire - per una Palermo che anche in strada dimostra quanto sia diversa dalle altre metropoli d'Italia.
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