Donna ad Erice. Fotografia di Nino Teresi pubblicata dalla rivista "Sicilia", opera citata nel post |
Giacomo Etna - pseudonimo del giornalista, scrittore e saggista di Niscemi Vincenzo Musco - visitò Erice pochi mesi dopo che la costruzione della teleferica aveva scalfito l'isolamento del borgo da Trapani. Con questo mezzo di trasporto raggiunse la cima di monte San Giuliano, "per immergersi in un'atmosfera senza tempo, in cui la storia diventa una favola meravigliosa e la favola acquista la parvenza di una realtà storica".
"Nell'età classica e del Medio Evo - scrisse Giacomo Etna sulla rivista "Sicilia" edita nel luglio del 1958 dall'assessorato regionale Turismo e Spettacolo - Erice fu una grossa città, ora è quasi un villaggio alle cui porte si è fermata la vita, formandone un'oasi di pace nel turbinio della civiltà moderna. Le vie sono strettissime come cunicoli di un labirinto e le case dell'Ottocento, costruite con la tecnica in un uso qualche millennio avanti l'era cristiana, somigliano a quelle del Duecento e del Trecento con i medesimi cortiletti ombrati di pergole, le medesime scalette dai gradini ornati di vasi, le medesime finestre paurose del sole..."
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